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Meno di 3 Mld spesi sugli oltre 12 messi a disposizione dell'UE: il caso della Campania

"Solo il 23% delle risorse disponibili in Campania sui finanziamenti UE 2007/2013 e sui Piani e sulle misure di Azione e Coesione 2000/2006 e 2007/2013 sono state erogate al 30 giugno 2015": questo è quello che dicono i dati del Centro Studi Ance Salerno

"Solo il 23% delle risorse disponibili in Campania sui finanziamenti UE 2007/2013 e sui Piani e sulle misure di Azione e Coesione 2000/2006 e 2007/2013 sono state erogate al 30 giugno 2015": questo è quello dicono i dati del Ministero dello Sviluppo Economico elaborati dal Centro Studi Ance Salerno. I dati fanno riferimento a progetti in attuazione finanziati dalle politiche di coesione  e provengono dal sistema di monitoraggiounitario e sono stati ubblicati sulla piattaforma OpenCoesione con aggiornamenti a cadenza bimestrale. Tra i fondi 2006/07 e quelli 2007/13 si arriva ad un totale di circa 12 miliardi di euro di cui solo 2 milardi e 826 milioni effettivamente erogati. La nostra provincia è la più virtuosa della Campani con circa il 34,7% dei fondi erogati mentre ad Avellino si sono fermati al 22,9% a Benevento al 20%, a Napoli al 20,1% mentre a Caserta solo al 13,2%.

Una cosa che salta agli occhi, però, è la sproporzione degli investimenti. Solo nel napoletano sono stati erogati 1 milardo e 490 milioni di fondi UE mentre complessivamente, nelle altre 4 province, si arriva solo ad 1 miliardo e 365 milioni. Va sottolineato, però, che il rapporto percentuale tra la spesa erogata e i finanziamenti disponibili in Campania è cresciuta tra il 31 dicembre 2014 e giugno 2015 di circa 3 punti. "Siamo di fronte ad uno scenario  che dimostra per intero la difficoltà della Regione Campania ad impiegare in maniera tempestiva ed efficace la massa di fondi che negli anni sono stati indirizzati verso le aree meridionali - commenta Antonio Lombardi, presidente di Ance Salerno - Non si tratta di incamminarsi sul terreno di una polemica politica, Ance Salerno non ha mai fatto questo tipo di scelta, ma semplicemente di evidenziare come nel corso degli anni e delle varie Amministrazioni regionali non sia stato raggiunto uno standard in grado di conseguire obiettivi di crescita e di sviluppo attraverso l’impiego degli unici finanziamenti nel tempo disponibili. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: da un lato il patrimonio infrastrutturale della regione e delle cinque province non risulta adeguato alle esigenze del sistema economico e produttivo locale; dall’altro sono state sprecate le numerose occasioni per immettere liquidità nei territori contrastando in questo modo le conseguenze di una crisi che ha ridisegnato il panorama delle imprese spazzando via anche quelle aziende assolutamente valide dal punto di vista produttivo, ma in temporanea difficoltà finanziaria". Quello che sarebbe incredibile, secondo Lombardi, è che la filiera istituzionale non sia stata in grado di assicurare un gettito consistente di risorse che, soprattutto nel comparto delle costruzioni, avrebbe evitato notevoli perdite in termini di ricchezza e di posti di lavoro.

"La semplificazione delle procedure di spesa resta il nodo centrale da sciogliere per evitare il ripetersi di quanto, purtroppo, accaduto negli anni e nei mesi scorsi - continua Lombardi - Proprio negli ultimi giorni è emerso il problema delle opere che i Comuni potevano realizzare attraverso l’accelerazione della spesa ed anche su questo versante è indispensabile assicurare una tempestiva risposta. Ance Salerno, come già più volte fatto in passato, è pienamente disponibile a mettere in campo ogni forma di collaborazione ritenuta concretamente esplicabile. Se si attueranno procedure più snelle e, contemporaneamente, si affiancheranno soprattutto le piccole Amministrazioni locali non dotate delle professionalità necessarie all’accompagnamento dei progetti UE, diventerà meno complesso e difficile attivare le ingenti risorse ancora non spese e rimettere in moto un segmento così strategico e rilevante come l’edilizia". Starebbe qui il carico di difficoltà in più che le aziende del Sud Italia sono costrette ad affrontere mentre gli indicatori nelle regioni del Centro-Nord sembrano confermare un più che probabile aggancio delle dinamiche della ripresa economica. "Insomma - conclude Lombardi - anche questa volta le aziende dovranno fare da sole, come già, del resto, hanno dimostrato di saper fare nei mesi scorsi rimodulando le proprie competenze e specializzazioni per inserirsi nel nuovo mercato delle recupero del patrimonio edilizio esistente, dell’efficientamento energetico e delle piccole ristrutturazioni".

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