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Economia

Pensioni, la Fnp Cisl di Salerno: "L’80% degli anziani vive con meno di 1.000 euro al mese"

Il segretario generale Giovanni Dell'Isola: "Situazione insostenibile, la politica faccia qualcosa"

“Il 2018 è l’anno zero delle pensioni nel Salernitano. Sono dieci anni che non c’è un miglioramento e denunciamo sempre la stessa cosa: l’oltre 80% degli anziani residenti in provincia vive al di sotto della soglia di povertà dei 1.000 euro al mese”. La denuncia arriva dal segretario generale della Fnp Cisl provinciale, Giovanni Dell’Isola: “La situazione è insostenibile. Troppi pensionati, in particolare donne, sono costretti a vivere con risorse insufficienti a soddisfare le più elementari esigenze di vita. Queste cose noi le denunciamo da una vita, mentre qualcuno oggi parla di povertà senza essere intervenuto in tutti questi anni. La verità è una sola: continua il processo di rottamazione che continua a penalizzare i pensionati e  gli anziani e le fasce più deboli della popolazione”.

I dettagli

Il 53,7% dei pensionati salernitani vive con pensioni al di sotto dei 500 euro e più dell’80% è al di sotto della soglia di povertà, cioè con meno di 1.000 euro al mese. E’ quanto emerge dal “Dossier pensioni” della Fnp Cisl provinciale che, da ormai dieci anni, denuncia il grado di povertà degli anziani nel Salernitano, illustrano una fotografia del territorio che si è andata aggravando ancor di più negli ultimi due anni. “Parlare di persone che vivono sotto la soglia di povertà vuole dire usare un eufemismo. E’ dal 2008 che questa situazione non si sblocca. E’ noto a tutti - sostiene Dell’Isola - che molti pensionati nel Salernitano non sono più in  grado di comprare le medicine per curarsi, né tanto meno in molti casi poter acquistare i generi alimentari di cui hanno bisogno. Il contesto è insostenibile. Troppe persone, in particolare donne, sono costrette a vivere con risorse insufficienti a soddisfare le più elementari esigenze di vita come alimentazione, salute, abitazione e abbigliamento. Nella nostra provincia la situazione non è ancora esplosa grazie alla tenuta delle reti informali e familiari e perché i pensionati - molti dei quali sostengono anche le famiglie dei figli cassintegrati o disoccupati - stanno dando fondo ai loro ultimi risparmi. Ma non si potrà andare avanti per molto”. E ancora: “Il tutto è inaccettabile ed è già a un punto di rottura se notiamo che anche a livello nazionale ci si sta accorgendo della drammaticità del caso in tutto il Mezzogiorno, che ha trovato sfogo nelle recenti elezioni politiche”.

In particolare , se la passa davvero male chi vive con la pensione dell’Inps. Il 62% della popolazione della provincia, infatti, vive con meno di 500 euro, mentre solo il 32% arriva a 1.000 euro. Pochi invece i fortunati che raggiungono 1.500 euro (4%), 2.000 euro (1%) o superano quest’ultima cifra (1%). Meglio sta, invece, chi riceve la pensione Inpdap. Il 4,1% non supera i 500 euro, mentre il 18,2% vive con poco più di 1.000 euro. Il 31%, invece, oscilla tra i 1.000 e 1.500 euro e il 22,2 % tocca quota 2.000 euro. Superano questa somma, invece, il 24,5%. Dati ormai stabili e che fanno paura come, secondo la Cisl Fnp, a far spavento è l’assordante silenzio della politica, locale e nazionale, e il forte stato di disagio in cui si trovano i pensionati, che si impoveriscono ogni giorno di più per il blocco della rivalutazione delle pensioni in atto dal 1993 per la mancata applicazione della legge 503 del 1992 e che nella provincia di Salerno hanno spinto più del 50% dei pensionati nell’indigenza più assoluta  con pensioni al di sotto dei 500 euro.

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