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Dalla gavetta al "sole della sala buia": Marco Giallini al Gff

Intervenuto stamattina alla Cittadella del Cinema, l'attore ha descritto l'evoluzione del suo percorso artistico, dal provino con un giovanissimo Raoul Bova agli ultimi successi cinematografici

"C'era una volta un giovane attore che voleva fare cinema ma non sapeva come arrivarci". Comincia da qui, dal suo racconto-confessione, la storia di Marco Giallini, Nastro d’Argento come Migliore attore non protagonista nel 2012, premio Cinè – Ciak d’oro per la commedia come Migliore attore rivelazione, Ciak d’Oro. "Volevo fare il cinema ma lo vedevo lontano dalle mie possibilità. Sono partito dalla gavetta del teatro per tantissimi anni. Facevo il teatro per ragazzi e un mio amico mi propose uno spettacolo con Raoul Bova che era giovanissimo. Sono entrato dalla porta principale e adesso raccolgo grandi soddisfazioni", svela Giallini. 

Il cinema, adesso, è il primo amore. “Il cinema è la cosa che mi gratifica di più – aggiunge - Il cinema è la sala buia, è dividere le emozioni con chi ti sta vicino, magari uno sconosciuto. Il cinema è emozione: farlo e rivedersi davanti al grande schermo. La televisione è un po’ diversa: blocchi, ti alzi, vai a prendere la coca cola. La crisi economica ci porta a fare cose che normalmente non faremmo. Abito in periferia e magari mi capita di vedere gente meno abbiente: continuo a vedere gente comprare mazzi di gratta e vinci. Sta lì a grattare: meno soldi circolano e più gratta e vinci comprano. I nostri protagonisti del film “Posti in piedi in paradiso”, con Carlo Verdone, nel 2012, sono ancora tremendamente attuali”. 

A fine 2016 sul piccolo schermo nei panni del vicequestore Rocco Schiavone nell'omonima fiction di Rai Due, basata sui romanzi polizieschi di Antonio Manzini, “sono ritornato nella sala buia – racconta divertito - nel 2017”. Il riferimento è al film “Beata ignoranza” di Massimiliano Bruno. Tra gli ultimi progetti di Marco Giallini anche il film “Rimetti a noi i nostri debiti” di Antonio Morabito, “Io sono Tempesta”, lungometraggio di Daniele Luchetti.
 

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