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Mark Ruffalo a Gff: “Cerco la cifra poetica nella mia italianità e attingo alle mie radici italiane”

L'attore americano, di origini calabresi, è stato molto contento di poter trascorrere un po' di tempo in Italia, e di conoscere il festival del cinema per ragazzi che ha definito "necessario".

Arriva sorridente e un po’ timido Mark Ruffalo che, insieme alla sua compagna, ha appena trascorso delle bellissime giornate a Sorrento: “Porto l’Italia nel mio cuore” ha subito esordito. Appena entrato in conferenza stampa, infatti, Ruffalo è stato inondato di domande e ha confessato sul festival che “Non me l’aspettavo, ma non sono sorpreso conoscendo la mia famiglia italiana. Il festival di Giffoni è il festival più necessario”. Queste le parole dell’attore in conferenza, dove molte sono state le domande poste a partire dal suo ruolo negli Avengers fino al riconoscimento delle unioni omosessuali negli Stati Uniti: “E’ stata una conquista dolceamara perché hanno atteso troppo a legalizzare un qualcosa che poteva già esserlo da tempo” ha affermato. Tornando al suo lavoro di attore, Ruffalo ha rivelato che fonte d’ispirazione per lui sono stati Marlon Brando, che ha potuto ammirare all’età di appena 7 anni guardando in tv “Un tram chiamato desiderio” di Tennessee Williams, e Jerry Lewis, che ammira per il modo di trasmettere al pubblico la grande comicità americana.

Un altro grande attore, però, ispira Ruffalo, il nostrano Marcello Mastroianni: “Mastroianni ha avuto il tipo di carriera che vorrei anche io, ha potuto interpretare le diverse sfaccettature della condizione umana e ha dato il volto e la voce a tutte le emozioni umane possibili” ha ammesso l’attore, continuando “Cerco la mia cifra poetica nella mia italianità e attingo alle mie radici italiane per interpretare al meglio i miei personaggi. La poeticità italiana è ben diversa da quella americana”. Sempre sulle sue origini calabresi Ruffalo ha rivelato: “Sono cresciuto in un ambiente molto italiano, da piccolo vedevo mia nonna cucinare e da lei ho imparato come preparare il ragù di tre giorni, la parmigiana, gli spaghetti e ogni volta che vengo in Italia mi rendo conto di quanto io sia molto più italiano di quel che pensi. Mi rispecchio completamente nella nostra cultura italiana”. Tornando al cinema, Ruffalo ha rivelato che “Spotlight” sarà il prossimo lavoro in cui potremo ammirarlo sul grande schermo e sarà un film di grande impatto, mentre quelli per “Foxcatcher – Una storia americana” sono stati sei mesi di lavoro molto intensi e difficili, sia per lui che per Channing Tatum, co-star del film con cui ha potuto stringere una bella amicizia. Infine, sul ruolo dell’incredibile Hulk ha raccontato che “Sono stato sorpreso dalla proposta. Mi avevano detto di andare a letto e stare tranquillo: se una limousine nera fosse venuta a prendermi alle 4 del mattino, allora la parte sarebbe stata mia. E così è stato”. Dopo la stampa l’attore, acclamatissimo dal pubblico in Cittadella, ha raggiunto i piccoli e grandi giurati in Sala Truffaut per il consueto incontro.

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