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Martin Freeman ai giurati del Gff: “Carpe diem è fare ciò che ami di più”

L'attore britannico, entusiasta di essere stato invitato in un festival dove si percepisce chiaramente l'amore dei giovani per il cinema, si è dato alla stampa e ai giurati senza risparmiarsi

“Mi piace venire in questa parte dell’Italia, questo è uno dei miei posti preferiti e poi quando ti invitano addirittura come fai a dir di no”: è così che l’attore britannico Martin Freeman ha esordito in conferenza stampa. Dopo il Meet&Greet mattutino con i ragazzi, Freeman è stato protagonista dell’incontro con la stampa e subito dopo si è recato in Sala Truffaut dove l’attendevano con fervore i suoi fans provenienti da tutto il mondo. “Scalda il cuore vedere tanti ragazzi che amano il cinema e che coltivano qui il loro amore per questa arte" ha dichiarato in Cittadella, stupito della quantità di giovani partecipanti. Le domande poste hanno spaziato su tutta la carriera dell’attore, dalla televisione al cinema e al teatro, senza mancare di chiedere cosa il Carpe diem significhi per lui: “Carpe diem è una filosofia di vita che non riesco ad abbracciare in pieno, però per me Carpe diem significa fare ciò che ami di più e non perché qualcuno te lo chiede o per il guadagno, ma per portare avanti i propri sogni e desideri”. Infatti, l’attore ha ammesso che ci sono state delle volte in cui ha pensato di mollare e di non essere adatto a fare l’attore, ma per fortuna sono stati solo un paio di momenti: “Per riuscire in ciò che si ama, è fondamentale la determinazione. Bisogna crederci, tenere duro e andare avanti finché non si realizza il proprio sogno”. Il mestiere di attore, però, non è affatto facile come si crede perché “La fama ti può cambiare sia nel bene che nel male, e bisogna fare attenzione ad abbracciare solo ciò che di positivo ti porta perché il mondo è già difficile di per sé senza che qualcos’altro lo renda tale”. Eppure recitare è divertente: “Il divertimento di essere un attore è quello di poter vivere le vite di altri personaggi. Mi hanno insegnato che se la recitazione diventa un modo per scappare da se stessi e dai propri difetti, allora diventa il peggior mestiere del mondo, per questo bisogna imparare a giocare con le parti di sé che non piacciono, rielaborarle in modo da mettere un po’ di se stessi nei personaggi. Solo così risulteranno veri e convincenti”.  

Gff2015 - Martin Freeman - 19 luglio

Il protagonista di Fargo ha confermato la sua partecipazione al prossimo capitolo della saga di Captain America: “E’ una piccola parte ma mi piace perché è un ruolo ambiguo, non si sa se è buono o cattivo. È un personaggio che lavora per il governo americano e che avrà un ulteriore sviluppo nella trama, sempre se non mi licenziano prima” ha scherzato, ma nel prossimo futuro lo vedremo nel film “Fun House”, diretto da  Glenn Ficarra e John Requa: "Non è un film sulla guerra in Afghanistan, è incentrato piuttosto sulla vita quotidiana di un gruppo di giornalisti, occidentali, che si ritrovano sul fronte. Mi dicono che sia una commedia, anche se ancora non l'ho visto..." scherza ancora Freeman, e smentisce a malincuore un suo coinvolgimento nel progetto di The Big Friendly Giant di Steven Spielberg, tratto dal libro per ragazzi di Roald Dahl: "Sono solo voci. Non faccio parte di quel progetto. Mi piacerebbe lavorare con Spielberg prima o poi nella mia carriera e magari anche su una storia del genere che appartiene profondamente alla cultura britannica".

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