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Con i Pitch del Dream Team si conclude la 6° edizione di Next Generation di Giffoni Innovation Hub

Dall'App per esser ricompensati per le faccende domestiche fino alle piante e ai fiori che diventano influencer le idee che hanno conquistato gli ospiti

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di SalernoToday

Piante e fiori che sui social diventano come vere influencer e app che diventano “salvadanai” per contenere i compensi dati dai genitori in cambio di faccende domestiche, o magari un buon voto a scuola. Oggi si conclude la sesta edizione di Next Generation di Giffoni Innovation Hub. Una conclusione che ha visto i ragazzi del Dream Team svelare i progetti su cui hanno lavorato alla presenza, tra gli altri, di Paola Pisano, ministro per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione e di Anna Laura Orrico, Sottosegretario al Ministero per i Beni e le Attività Culturali. “Il lavoro di Giffoni Innovation Hub con le startup nell’ambito della content Industry e dell’entertainment – commenta Luca Tesauro, Ceo e co-Founder di Giffoni Innovation Hub – si inserisce in un disegno più grande, che parte oggi dal 2020 e che punta al 2030, che vuole avere un impatto sociale importante sul territorio italiano e non solo. Un impatto importante anche dal punto di vista dell’industria che, da quanto abbiamo visto sta già affrontando sfide importanti e che cambia in maniera rapida come non mai. Una sfida, dunque. Ma anche un’opportunità per i giovani e le ragazze di mettere in pratica le competenze digitali e i valori umani che grazie a Giffoni vengono vissute in maniera unica e indimenticabile. Valori che Giffoni porta avanti da 50 anni nel mondo della cultura, del cinema e dell’innovazione sociale. Un po’ come hanno fatto i progetti di Open Innovation che i ragazzi del Dream Team hanno presentato qui a Next Generation 2020”. Tante le esperienze di queste due settimane della rassegna sull’arte dell’innovare. Dalle Masterclass Impact, a cui hanno partecipato 80 giovani dai 18 ai 26 anni, fino al lavoro del Dream Team. Quindici talenti under30 che si sono misurati su sfide dell’economia futura lanciate loro da alcuni dei partner dell’evento, ossia Bayer e BPER Banca. I PROGETTI PER BPER BANCA La banca di futuro è a portata di smartphone. Basti pensare che anche nel contesto della pandemia di Covid19, secondo i dati BVA Doxa, si è registrato un aumento all’uso delle tecnologie digitali nel campo della gestione delle finanze personali con un +35% nell’uso di carte di credito, +29% dell’internet banking e un significativo +25% delle app smartphone del proprio istituto di credito. Probabilmente questa è stata la consapevolezza che ha portato gli esperti di BPER Banca a confrontarsi con i ragazzi delle 3 squadre del Dream Team che hanno risposto alla loro sfida. Il primo gruppo presentatosi ha ipotizzato la creazione di BPER Smile, un sistema che possa implementare il welfare dei dipendenti della banca. Per la serie dipendenti più felici, clienti più soddisfatti. La seconda squadra ha invece ideato un’app che potrebbe rispondere alle esigenze sia dei genitori che dei bambini. Si tratta di YGen, app che fa incontrare la richiesta dei genitori di fare piccole commissioni casalinghe, e non solo, e la disponibilità dei ragazzi che in cambio però ricevono, rigorosamente via App, un compenso in denaro. Il tutto sull’onda del gaming e della consapevolezza che i ragazzi possono acquisire nel come gestire le proprie finanze. La terza soluzione a dimensione di BPER Banca trovata dai dreamers è BYou, app che racchiude al suo interno una serie di servizi accessori e tramite la quale i clienti possono fare diverse cose: dal trovare il professionista in grado di fare delle riparazioni in casa al prenotare la propria vacanza. Il tutto poi corredato da una serie di aiuti pratici per ricevere finanziamenti a tasso zero per coprire le spese eventuali. I PROGETTI PER BAYER Bayer invece ha interrogato i ragazzi sul Digital Farming partendo da una premessa: entro il 2050 saremo circa 10 miliardi sulla terra. Miliardi di persone da sfamare, possibilmente in maniera sostenibile. Il tutto in un contesto che vede l’agroalimentare diventare sempre più digitale. L’agricoltura 4.0, secondo uno studio della School of Management del Politecnico di Milano e del Laboratorio Rise dell’Università degli Studi di Brescia, vale 450milioni di euro ed è trainata da sistemi di monitoraggio e controllo di mezzi e attrezzature (39%) e software gestionali (20%) e macchinari connessi (14%). Si prospetta dunque un futuro dell’agrifood in cui l’innovazione e una giusta comunicazione la può fare da padrone. E tutto parte dai ragazzi come nel caso di #Piantala. Una sorta di scatolina digitale con una serie di semini al suo interno che affidata ai ragazzi rende l’agricoltura più social. I semini vanno piantati e coltivati, seguendo delle pratiche istruzioni, e la vita della piantina va in qualche modo “documentata” sui social. Il secondo team dedicatosi alla call for ideas di Bayer ha ipotizzato la creazione della cosiddetta Cilento Farm Hub, una realtà che possa unire varie anime che vedono una sorta di farming experience, convinti che il provare in prima persona cosa significhi il lavoro dell’agricoltore potrebbe fare la differenza, coordinato con app di gaming e tanto altro.

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