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Pollicino va in scena al Teatro Ghirelli di Salerno: tutte le informazioni

Uno spettacolo che nulla aggiunge e nulla toglie alla fiaba classica, perché crede nella sua intrinseca forza. E invita i suoi spettatori nel viaggio del teatro che, attraversando i luoghi della storia, si fa metafora concreta del viaggio di crescita

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di SalernoToday

“L’avete mai visto un bosco?
Intricato e buio, ma così buio che non ci si vede l’un l’altro a dieci passi di distanza?
Un bosco così scuro che ci si può veramente perdere.
Avete mai sentito i versi degli animali di notte? Siete mai stati inseguiti da un coltellaccio così grosso e spaventoso da farvi tremare come una fogliolina al vento?
Avete mai avuto lo stomaco vuoto e affamato, così vuoto e affamato da fare rumore, un rumore che rimbomba dentro la pancia e sale su fino alla testa, dentro al cervello che sembra di diventare matti?
Cosa fareste…???”

Questa è la storia di un bambino molto molto piccolo e dei suoi fratelli che una notte in mezzo al bosco scoprono di essere stati abbandonati. Tracce, sassi bianchi lasciati sulla strada.  La strada percorsa per diventare ciò che sei. Pollicino è un invito a diventare grandi senza paura o, perlomeno, a dar voce alla paura sana, intrinseca in ogni distacco. La paura, la fatica, il coraggio, la curiosità, la gioia che ti hanno accompagnato durante quel viaggio compiuto.

La fame di una casa troppo stretta, il buio del bosco, l'odore dell'orco, l'intuito della fuga.

La felicità del ritorno a casa, e un tesoro conquistato.

Pollicino è un invito a diventare grandi senza paura.

O meglio, a dar voce a quella paura, sana in ogni distacco, necessaria a farsi forti sulle proprie gambe, a trovare la strada nei momenti in cui tutto sembra troppo difficile. E così imparare la fiducia di potercela fare.

La fiaba racconta, e noi la lasciamo parlare.

La fiaba dice con parole elementari, tagliate con l'accetta di un boscaiolo, riflesse nella lama di un coltello.

La fiaba non ha dubbi, tesse i suoi destini perché ciascuno a suo modo possa riconoscersi. 

E questo è Pollicino: la fiaba nella sua verità.

Sulla scena, pennellate caravaggesche di buio e luce definiscono lo spazio e dipingono i personaggi: contrasti netti di chiaroscuri e una crudezza fedele all’onestà del racconto e al suo mistero.

Uno spettacolo che nulla aggiunge e nulla toglie alla fiaba classica, perché crede nella sua intrinseca forza. E invita i suoi spettatori nel viaggio del teatro che, attraversando i luoghi della storia, si fa metafora concreta del viaggio di crescita: così i piccoli spettatori diventano tanti pollicini, sperimentano la paura, la gioia e tutto quello che c’è nel mezzo, per uscire infine fortificati perché, proprio come l’eroe narrato, hanno raggiunto un sorprendente meraviglioso lieto fine.  Nello spazio protetto del teatro e del racconto si può fare esperienza di emozioni potenti e scoprirsi forti di ciò: è questa prova il tesoro conquistato che ci dice come nella vita ci si possa trovare di fronte a paure grandi e angosciose e riuscire ad affrontarle, pur sentendosi piccoli e ultimi come Pollicino. Perché, citando G.K. Chesterton, le fiabe non insegnano ai bambini che gli orchi esistono, quello lo sanno già, le fiabe insegnano ai bambini che gli orchi si possono sconfiggere.

Il teatro amplifica questa possibilità perché fa del racconto un’esperienza diretta. I bambini si trovano immersi in un bagno emotivo che li travolge, vedono, sentono, respirano, vivendo in prima persona le avventure narrate, che accadono davanti ai loro occhi. Tutto è possibile e vero: il fuoco, il coltello, la nebbia del bosco, basta un passo per essere davvero dentro la storia. Non a caso nello spettacolo non si vede mai Pollicino: i veri pollicini sono i bambini del pubblico che attraversano i luoghi della fiaba. La barriera tra narrazione ed esperienza si fa sempre più sottile, fino allo sconfinamento dell’orco in platea che diventa una paura concreta, vicina, viva. È questa paura da affrontare ed esorcizzare per poter conquistare il lieto fine della storia e poter godere del tesoro nelle sue parole finali: bravi bambini, siete stati bravi e coraggiosi. Anche i piccoli spettatori, come l’eroe della fiaba, hanno compiuto un viaggio, un’avventura alla fine della quale ritrovarsi diversi, un poco cresciuti.

POLLICINO - dai 6 anni

Teatro del Piccione/Fondazione Luzzati/Teatro della Tosse    

regia e drammaturgia Manuela Capece e Davide Doro

con Simona Gambaro e Paolo Piano

luci e fonica Simona Panella e Cosimo Francavilla  

scene e costumi Teatro del Piccione e Compagnia Rodisio 

INFO Young teatro per la scuola

  • posto unico € 7 | spettacolo in lingua straniera € 8
  • abbonamento a 3 spettacoli € 18 [escluso spettacolo in lingua straniera]
  • progetto Teatro Scuola Vedere Fare € 750 (per gruppo, costituito da max. di 25 studenti)

Informazioni e prenotazioni

• verificare telefonicamente la disponibilità e opzionare i posti d’interesse allo 081 2395653 - 081 2397299


• scaricare dal sito www.lenuvole.it o richiedere via mail il modulo di prenotazione, compilarlo in ogni sua parte ed inviarlo via fax o email entro 7 giorni dal contatto telefonico per rendere effettiva la prenotazione.


• pagamenti: in contanti o con bonifico bancario


• appuntamento in biglietteria 30 minuti prima dell’orario d’inizio


• le classi saranno accompagnate ai posti assegnati dal nostro servizio di accoglienza in base all’età ed alla data di prenotazione


• durata media di ogni spettacolo 50’


• trasporto a carico della scuola. Prima della prenotazione assicurarsi dell’effettiva disponibilità degli autobus


• ogni 10/15 studenti è prevista 1 gratuità per insegnante accompagnatore


• si sconsiglia la presenza dei genitori, nel caso sia indispensabile, sarà applicato il costo del biglietto dello spettacolo

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