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"Tesori del regno", in curia il volume sulle cripte delle cattedrali di Amalfi e Salerno

L'opera, a cura di Concetta Restaino e Giuseppe Zampino e patrocinata dalla soprintendenza BAP, sarà presentata presso la curia di Salerno - salone degli stemmi il prossimo 22 marzo

"Tesori del Regno" è il titolo del volume che sarà presentato presso la curia di Salerno, nel salone degli stemmi, venerdì 22 marzo alle 18. L'opera riguarda l'ornamentazione delle cripte del duomo di Amalfi (in basso, foto BAP) e del duomo di Salerno nel XVII secolo ed è a cura di Concetta Restaino e Giuseppe Zampino. Il volume - patrocinato dalla soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici (BAP) di Salerno e Avellino - intende fornire una prima, completa lettura delle decorazioni scultoree e pittoriche delle due cripte, rinnovate su progetto di Domenico Fontana fra il 1600 e il 1616 per volontà dei sovrani di Spagna Filippo II e Filippo III e dei vicerè di Napoli di quel periodo, da Fernando Ruiz de Castro VI conte di Lemos, ad Alonso Pimentel de Herrera conte di Benavente, a Pedro Fernandez de Castro, VII conte di Lemos.

duomo amalfi-2-2Il volume sarà presentato da Piero Craveri, professore emerito di Storia contemporanea dell’Università degli studi Suor Orsola Benicasa, e Francesco Caglioti, ordinario di Storia dell’arte moderna presso l’Università degli studi di Napoli Federico II. Ė prevista la presenza dell’arcivescovo di Salerno mons. Luigi Moretti e del sindaco Vincenzo De Luca, del soprintendente Gennaro Miccio, dell’architetto Zampino, del generale Giovanni Napolitano, luogotenente per l’Italia meridionale dell’ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, di numerose altre autorità civili e personalità della cultura.

Da secoli i due insigni monumenti, sorti in età medioevale per custodire le reliquie degli apostoli Matteo e Andrea, rappresentano l’identità delle due città costiere. La rievocazione della storia delle cripte – che è poi la storia stessa di Salerno e Amalfi – la lettura degli apparati decorativi, dovuti ad artisti del calibro di Michelangelo Naccherino, Belisario Corenzio, Pietro Bernini e molti ancora, l’analisi dei problemi di conservazione, saranno anche l’occasione per promuovere la conoscenza dei due monumenti, il loro inserimento nel circuito di studi, oggi in pieno sviluppo, che riguarda il Regno di Napoli nel periodo spagnolo, lasciando aperta la discussione sulla fruizione e il loro futuro.

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