Teatro Novanta, su il sipario: si comincia con "Fortuna con la Effe maiuscola"
Inserita da Eduardo nella raccolta intitolata “Cantata dei giorni pari” fino al 1962 per essere poi sostituita da “Ditegli sempre di sì”, è senza dubbio un immortale
Giovedì 16 dicembre prenderà il via la nuova edizione della rassegna teatrale “Te voglio bene assaje” con un classico della commedia partenopea, quel lavoro a quattro mani firmato Eduardo De Filippo e Armando Curcio che riesce a mettere insieme il dolce-amaro della vita. E così quando alle 21 il sipario del Teatro delle Arti a Salerno si aprirà le sorti della famiglia Ruoppolo torneranno a vivere per riprendere il filo di quel racconto che tutti conoscono con il titolo di “La fortuna con l’Effe maiuscola”.
La programmazione
Inserita da Eduardo nella raccolta intitolata “Cantata dei giorni pari” fino al 1962 per essere poi sostituita da “Ditegli sempre di sì”, è senza dubbio un immortale. Nelle note di regia Gaetano Stella, che è in scena da protagonista, scrive: “Una commedia dalle due anime che ho cercato di rispettare, una commedia, che ha un enorme carico di dolore individuale, familiare e sociale, ma che strappa risate non ridanciane ma di duro umorismo, quell’ironico divertimento che ci dona la “realtà” quando, paradossalmente supera la fantasia”. “La Fortuna con l’Effe maiuscola” è il primo degli spettacoli in cartellone, voluti da Serena Stella che della rassegna firma la direzione artistica. Cinque sono quest’anno gli spettacoli in programma fino al 21 aprile: il secondo titolo in cartellone è “Omaggio a Peppino De Filippo”, il 28 gennaio 2022; l’11 febbraio ci sarà “Nel giallo dipinto di giallo” di Lello Marangio & Lucio Pierri; il 18 marzo sarà la volta di “Don Felice in mezzo ai guai” per la regia di Ugo Piastrella ed il 21 aprile chiuderà la cinquina “’O vico e Tuledo ‘è notte”, due atti unici di Raffaele Viviani per la regia di Matteo Salsano.
“La rassegna Te Voglio Bene Assaje è per tutti noi di TeatroNovanta un atto d’amore per il teatro – dice Serena Stella, direttore artistico – Quest’anno più che mai avevamo la necessità di rimettere ancora una volta le mani nel passato, di riappropriarci di quell’identità che vive di contaminazioni, di incontri, di contrapposizioni e quindi di creatività. I titoli scelti sono dei classici dell’antologia da palcoscenico; per ognuno c’è una compagnia ospite perché, in un momento come questo, abbiamo avvertito forte il bisogno di sentirci parte di una grande famiglia, quella del teatro” .