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Maturandi, la toccante lettera di Michele Carillo: "Sono stati anni di gioia, ansia e paura"

"Per l’intera pandemia - scrive - siamo stati definiti irresponsabili fino ad arrivare a pensare che noi giovani fossimo untori di questa pandemia. Questo esame è l'inizio di un percorso di crescita personale per tutti voi"

Esame di maturità non una fine, ma l'inizio di una crescita personale. E' sentita e ricercata la lettera ai prossimi maturandi scritta da Michele Carillo, ex rappresentante degli studenti della Provincia di Salerno. Lo scritto ripercorre le sensazioni e gli avvenimenti che qualsiasi studente può aver provato nel suo percorso di cinque anni. Con un richiamo - inevitabile e doloroso - allo scoppio della pandemia che ha rivoluzionato e stravolto il modo di fare scuola da circa un anno e mezzo

La lettera

L'esame che state per affrontare è la fine di un percorso didattico, ma soprattutto di una crescita personale. Un percorso iniziato da appena adolescente e conclusosi da maggiorenne. Sono stati anni di gioia, di ansia e di paura; gli anni dei primi amori e delle nuove amicizie. Gli anni delle sigarette, delle assemblee e dei filoni. Questo è quello che un maturando pre covid ha vissuto quotidianamente per 5 anni. Noi che apparteniamo alla generazione del covid ad un certo punto tutto questo ci è stato tolto. Per l’intera pandemia, da marzo 2020, siamo stati definiti irresponsabili fino ad arrivare a pensare che noi giovani fossimo untori di questa pandemia. Abbiamo dimostrato sempre ma soprattutto lontano dai riflettori mediatici che la nuove generazioni sono state al servizio della cittadinanza durante il Lockdown: ricordo i ragazzi della nostra età consegnare casa per casa pacchi alimentari per le famiglie meno abbienti. L’anno scorso in estate ci siamo divertiti in discoteca, viaggi con amici insomma la normalità, una normalità apparente. Da ottobre di nuovo con  misure restrittive con il giochetto delle zone, lontani di nuovo dai banchi di scuola. Finalmente gli ultimi mesi di scuola siamo stati in presenza. I mesi più belli fra i ricordi dei 5 anni e le ultime interrogazioni. Sono arrivati i giorni dell’ansia e a pensare:” maturità t’avessi preso prima”. Ultime ore per ripetere e tutti davanti alla commissione per poi uscire definitivamente da quelle mura che ci hanno formato come donne e uomini ma soprattutto come soggetti pensanti che non si fermano all’apparenza. Affrontate quindi con tranquillità l'esame che vi attende, ricordando sempre che non sarà il voto d'uscita a definire la vostra persona. Il mio più grande in bocca al lupo! Ad maiora semper 

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