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Cuozzo aderisce a Fi, Martusciello e Fasolino: "Non peschiamo a destra, c'è già Fdi"

Si anima il dibattito nel partito salernitano di Berlusconi dopo l'adesione dell'ex dirigente del partito della Meloni. Interviene anche Vietri: "I partiti di centrodestra cerchino intese su ricette di governo anziché enfatizzare campagne acquisti"

Dopo l’adesione di un altro ex “cirielliano”, proveniente da Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, Michele Cuozzo, riesplode la polemica dentro Forza Italia. A farsi sentire ancora una volta è l’europarlamentare Fulvio Martusciello, che torna a prendere di mira la dirigenza salernitana: “Tutti le adesioni sono utili. Fanno crescere Forza Italia sul territorio ma non serve pescare nei partiti alleati. I percorsi dei singoli vanno sempre apprezzati, sono legittimi e vanno sostenuti. Troppa enfasi, a Salerno, però, per il passaggio di un dirigente ex Fdi. Forza Italia - aggiunge Martusciello- non ha bisogno di più destra ma di cultura moderata e riformista. Noi dobbiamo parlare all'universo che si riconosce nei valori del Ppe e soprattutto alle imprese, alle famiglie, alle professioni ed al mondo accademico". Gli fa eco il coordinatore nazionale del Nuovo Psi Antonio Fasolino: “Fi deve guardare ai cattolici e ai riformisti. Al centro e senza invadere il campo della destra. A Salerno c’è già Fdi-An  che è riferimento dell’elettorato di destra ed allora i partiti alleati, per far crescere la coalizione, devono fare altro. Nessuno ne abbia a male ma il partito dei piccoli balilla non credo sia negli obiettivi di nessuno. Qui a Salerno, più di ogni altro posto, bisogna dare corpo alla intuizione di Berlusconi. Un grande movimento aperto, moderno e capace di guardare al futuro”.

Sul caso Cuozzo, però, interviene anche uno dei portavoce provinciali di Fdi-An Imma Vietri, che ammonisce: “In vista delle politiche occorre concentrarsi su contenuti che diventino proposte di governo perché l’Italia è ridotta in macerie da 5 anni di governi a guida Pd. Il centrodestra dovrà trovare intese e lavorare a tesi politiche sia a livello nazionale che sui territori: non servono enfatizzazioni di campagne acquisti a pochi mesi dal voto, occorre prudenza e pudore per evitare amarezze come quella del dottore Roscia nel lasciare Forza Italia. Le storie e i fatti spiegano le scelte personali ma i dirigenti dei partiti siano responsabili nei comportamenti e concentrati sulle idee”.  

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