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Cammarota: "Prendere provvedimenti seri per evitare le brutture dello scorso Capodanno"

Il consigliere provinciale e comunale Antonio Cammarota ha inviato una richiesta al sindaco di Salerno Vincenzo De Luca per evitare che la città resti vittima dei teppisti durante i festeggiamenti del Capodanno

Il consigliere provinciale e comunale Antonio Cammarota ha inviato una richiesta al sindaco di Salerno Vincenzo De Luca per evitare che la città resti, come successo lo scorso anno, vittima dei teppisti durante i festeggiamenti di Capodanno.

"I gravi fatti dello scorso anno, con la città ostaggio dei teppisti e piazza Flavio Gioia, cuore e salotto della città, campo di battaglia con lancio di bottiglie e di petardi, furono denunciati quale grave omissione dell’amministrazione comunale di Salerno, che colpevolmente non aveva provveduto a nulla nonostante le avvisaglie della vigilia di Natale - esordisce Cammarota nella nota - Sarebbe ancor più grave se quest’anno la storia si ripetesse".

"Sta tornando la paura, come lo scorso anno, di essere prigionieri e di non poter vivere con le proprie famiglie la propria città. La soluzione è semplice - continua il consigliere comunale - come lo era lo scorso anno, pertanto la ripetiamo oggi. Prima di tutto vietare la vendita di alcoolici dopo le 12, vietare l’asporto di bottiglie e bicchieri di vetro, istallare telecamere a circuito chiuso con ampi cartelli indicatori e, quindi, dissuasori, creare un evento per i giovani sul lungomare o su aree limitrofe, come ad esempio via Ligea, l'ex cementificio, o la zona Arechi, ma soprattutto imporre una visibile e significativa presenza di Forze dell’Ordine e Vigili Urbani, invece lo scorso anno assenti e mai intervenuti".

"Proceda, dunque, l’amministrazione e la sua maggioranza di consiglieri e di presidenti di commissione, anzicchè predicare bene sulla stampa e razzolare male nelle decisioni che competono e che non si prendono per colpevole e complice ritardo, e lo faccia in maniera netta e immediata, perché un conto è la gioiosa confusione della festa e l’ebbrezza della città dannunziana - conclude Cammarota - altro invece la città dei cafoni, dei teppisti e dell’indifferenza che non ci appartiene".

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