Riciclaggio, bombe contro la concorrenza ed estorsioni: 10 arresti a Nocera
Sono indagati per estorsione, danneggiamento, detenzione e porto abusivi di materiale esplodente, riciclaggio, violenza o minaccia per costringere a commettere un reato e lesioni personali, tutti aggravati dal metodo e dalle finalità mafiose
E' scattata alle prime ore di questa mattina un'operazione dei carabinieri del comando provinciale di Salerno, impegnati nell'esecuzione di due distinte ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal gip di Salerno su richiesta della Dda salernitana, nei confronti di dieci persone. Sono indagate per estorsione, danneggiamento, detenzione e porto abusivi di materiale esplodente, riciclaggio, violenza o minaccia per costringere a commettere un reato e lesioni personali, tutti aggravati dal metodo e dalle finalità mafiose.
Il clan Cuomo
L'esecuzione dell'ordinanza è in corso nelle province di Salerno, Napoli e Caserta con il supporto dei reparti territorialmente competenti. I particolari dell'operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle ore 10.30 presso il Comando provinciale di Salerno. I provvedimenti eseguiti si basano sulle risultanze delle indagini svolte su delega della Procura Distrettuale dalla Sezione Operativa del Reparto Territoriale di Nocera Inferiore, la prima a partire dal mese di gennaio 2020, l’altra da agosto dello stesso anno. Le indagini, sviluppate attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, attività di osservazione video, analisi di tabulati telefonici, servizi di pedinamento, accertamenti bancari ed altro, pur riguardando attività delittuose distinte, sono state svolte nei confronti di persone che hanno in entrambi i casi attinenza (in varia misura) al contesto della criminalità organizzata nocerina e, segnatamente, al gruppo criminale facente capo a Michele Cuomo, già condannato in via definitiva per appartenenza ad associazione di tipo mafioso quale membro del clan “Contaldo” di Pagani e, più recentemente, figura centrale negli assetti camorristici locali, come emerso nel corso di svariati procedimenti penali tuttora in corso di svolgimento.
La prima indagine
E’ partita dall’esplosione di un ordigno del tipo bomba carta, che la notte del 21 gennaio 2021 ha gravemente danneggiato l’esercizio commerciale “Teca Bar” situato nella centrale via Matteotti di Nocera Inferiore. L’attentato dinamitardo, secondo la tesi della Procura, rientrava all’interno di un disegno estorsivo finalizzato ad impedire alla medesima società titolare di aprire un ulteriore punto vendita lungo il Corso Vittorio Emanuele della stessa città, che proprio in quel periodo era in fase di allestimento. L’obiettivo, sotto la regia dello stesso Cuomo, era quello di preservare dalla concorrenza un altro esercizio commerciale, anch’esso situato in Corso Vittorio Emanuele, luogo di ritrovo abituale dei componenti del gruppo Cuomo e il cui titolare è risultato in contatto con il vertice del gruppo. L’atteggiamento intimidatorio e violento degli odierni indagati (risultanocolpiti dalla misura cautelare tre soggetti, essendo un quarto indagato frattanto deceduto per complicanze da Covid-19) ha effettivamente conseguito l’obiettivo, data la decisione dei soci, per effetto delle minacce subite, di soprassedere alla realizzazione del secondo punto vendita (oltretutto sobbarcandosi conseguenti perdite economiche considerati gli investimenti sostenuti), e, dopo qualche mese e proprio a seguito di quanto accaduto, di provocare l’abbandono della medesima società da parte di due dei suoi tre componenti.
La seconda indagine
Nel mirino degli inquirenti una serie di condotte delittuose riguardanti un’operazione di riciclaggio di liquidità per un ammontare pari a 25 mila euro circa che, a causa dell’improvvisa einattesa impossibilità per gli interessati di riappropriarsi del valore dopo aver compiuto le operazioni volte ad ostacolarne l’identificazione della provenienza delittuosa, sfociava in vere e proprie dinamiche estorsive caratterizzate da atti di violenza fisica e vessazioni psicologiche a fini coercitivi. La vicenda è emersa nell’agosto 2020, quando la titolare di una rivendita di abbigliamento da cerimonia situata a Cava de’ Tirreni, per il tramite di una sua conoscente, venivacoinvolta da un gruppo di soggetti tra i quali L. C (personaggio a sua volta in comprovati rapporti con il gruppo Cuomo) a convogliare mediante bonifico su un conto corrente estero riconducibile a L.C, dietro promessa di un compenso pari al 15 % della somma, liquidità cedutale attraverso pagamenti a mezzo P.O.S. con carte di credito superflash. Inoltre, l’entità delle transazioni – a suo dire esorbitante rispetto alle proprie iniziali intenzioni – e il carattere seriale delle stesse inducevano l’istituto di credito a bloccare momentaneamente l’accredito, vanificando il tentativo dei cedenti di giustificare l’operazione con fatture false attestanti rapporti commerciali effettivamente inesistenti. Il congelamento della somma determinava una crescente fibrillazione del gruppo, i cui membri, al fine di coartare la volontà della donna, esercitavano vessazioni e minacce all’incolumità della persona e all’integrità della sua attività commerciale, prospettando in particolare sia gravi ripercussioni fisiche (in un caso effettivamente estrinsecatesi in percosse e conseguenti lesioni personali), sia la distruzione del negozio, il tutto corroborato dall’asserita riconducibilità del denaro ed interessamento all’operazione al clan camorristico Mazzarella di Napoli. Gli approfondimenti investigativi effettuati nel senso hanno consentito dì accertare che l’organizzatore dell’operazione era il detenuto S.I, che agiva dal carcere per il tramite di G.A da Portici (entrambi destinatari del provvedimento cautelare), e che l’estrazione criminale dei due, così come desumibile dai precedenti a carico, è caratterizzata da concreti e documentati collegamenti con il contesto relazionale e associativo del clan Mazzarella.