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Cancellazione delle province, palazzo Sant'Agostino dice "no"

Il consiglio provinciale di Salerno, seguendo la mobilitazione nazionale dell'UPI, ha espresso la sua contrarietà alla cancellazione degli enti provincia, decisa dal governo Monti ma avviata dal precedente

Anche il consiglio provinciale di Salerno, questa mattina, ha aderito alla mobilitazione nazionale indetta dall'UPI (unione province per l'Italia) per dire no appunto alla soppressione degli enti provincia decisa dal governo Monti. Erano 24 i consiglieri provinciali presenti, dieci quelli assenti. Assente anche il presidente dell'ente Edmondo Cirielli per impegni legati al suo ruolo di deputato.

"Senza questo ente - ha riferito il consiglio provinciale - ci sarebbero meno garanzie democratiche, verrebbero garantite meno opportunità a chi è più debole, diminuirebbe l'identità locale fatta di storia e cultura, le Istituzioni si allontanerebbero dai cittadini".

Da qui un appello non solo ai parlamentari del territorio affinché si facciano "promotori in Parlamento di iniziative volte a garantire l'esistenza delle province", ma anche alle "organizzazioni sindacali, alle forze economico - sociali, ai cittadini tutti, agli uomini di cultura, alle associazioni e ai gruppi di volontariato di manifestare il loro amore per il territorio, opponendosi all'abolizione o allo svuotamento delle nostre province, o alla loro trasformazione in enti nominati dai partiti e non eletti direttamente dal popolo".

Secondo il vicepresidente della provincia di Salerno Antonio Iannone "le province non gravano neanche sulla spesa pubblica complessiva del Paese visto che ne rappresentano solo l'1,35%". Per il consigliere provinciale Pd e sindaco di Fisciano Tommaso Amabile "la provincia andava e va valorizzata ma la strada per la sua abolizione è stata tracciata proprio dal Pdl e non certo dal governo Monti".
 

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