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"No all'invio di armi in Ucraina", corteo in pieno centro a Salerno

La manifestazione è stata organizzata, ieri sera, dal Comitato No Draghi

Protesta, ieri sera, in pieno centro a Salerno, dov’è andato in scena un corteo partito da Piazza Ferrovia e terminato in Piazza Portanova organizzato dal comitato No Draghi di Salerno e Provincia. L’obiettivo era portare “all’attenzione pubblica la volontà dei lavoratori italiani di non farsi coinvolgere in una guerra, quella ucraina, che sta portando sempre più l’Italia e la condizione dei lavoratori a livelli preoccupanti”.

Le critiche politiche 

Il Comitato No Draghi si oppone all’invio di armi in Ucraina, perché ritiene che questo “non faciliti il percorso per una soluzione politicamente pacifica dello scontro in atto: uno scontro che vede contrapposte la Nato e la Federazione Russa. La Nato da anni preme ai confini della Russia, inglobando i paesi che facevano parte del Patto di Varsavia andando contro tutte le “rassicurazioni” che in passato erano state fatte prima all’Unione Sovietica e poi alla Federazione Russa. Una Nato che da anni appoggia il governo nazista ucraino e che arma, addestrandolo, il suo esercito fatto da compagini naziste come il famigerato battaglione Azov, responsabile di gravissimi crimini contro la popolazione russa del Donbass dove c’è una “guerra a bassa intensità” che dura dal 2014 e che oggi vede il suo apice, con l’aggressione militare della Russia contro l’Ucraina”.

Una situazione che – secondo i partecipanti al corteo – “poteva essere evitata se solo il Governo ucraino e quello russo avessero raggiunto un accordo volto a garantire i diritti della popolazione russofona del Donbass: accordo che non c’è stato per colpa, prima di tutto, delle interferenze occidentali degli Usa e del diniego alla collaborazione del governo ucraino, sostenuto, appunto, dagli stessi Usa”. Questa situazione sta portando l’Ue ad adottare sanzioni economiche contro la Russia, la quale sta rispondendo con le contro-sanzioni. “ Tutto ciò sta ricadendo sui lavoratori italiani (e non solo) con l’aumento del prezzo della benzina, del gas, dei prodotti alimentari, un aumento che, secondo la Banca Mondiale, potrebbe protrarsi fino alla fine del 2024.

Il tutto in un momento in cui l’Italia deve affrontare le morti sul lavoro (189 fino ad ora, 4 in più rispetto all’anno scorso), una precarietà del lavoro sempre più larga (non dimentichiamo le 6 milioni di madri “equilibriste” tra lavoro e famiglia), una sanità non all’altezza di un paese civile (nel 1980 i posti erano oltre 900.000, oggi non raggiungiamo i 200.000), una de-industrializzazione e una disoccupazione a livelli allarmanti (basti pensare alla fabbriche che chiudono e delocalizzano e alla massa di disoccupati, italiani e stranieri, delle grandi città), ecc. Nonostante ciò, il Governo Draghi manda armi in Ucraina (nonostante la maggioranza degli italiani sia contraria) e investe 30 miliardi di euro in armamenti mentre per la sanità, secondo il PNRR, ci sono solo 19 miliardi!”. 

Le foto sono di Antonio Capuano

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