Vicenda Crescent, Italia Nostra Onlus e il Comitato valutano il ricorso in Cassazione
Le associazioni: "La sentenza della Corte di Appello non risolve la vicenda del Crescent, anzi viene confermata la falsità del procedimento paesaggistico sin dall’inizio"
Italia Nostra Onlus e il Comitato No Crescent comunicano quanto segue: la sentenza della Corte di Appello non risolve la vicenda del Crescent, anzi viene confermata la falsità del procedimento paesaggistico sin dall’inizio, come da sempre sostenuto dalle Associazioni. Invero, va decisivamente sottolineato che la Corte di Appello di Salerno ha confermato la sentenza del Tribunale, anche sotto il profilo della falsità dell’autorizzazione paesaggistica della Soprintendenza del 2 marzo 2009, a firma del Soprintendente Zampino e del funzionario Villani.
Si legge nella sentenza: “Osserva la corte che la Soprintendenza preoccupata del comportamento inerte tenuto fino a quel momento nell’ambito del procedimento alla sua valutazione per l’impatto paesaggistico del pua, si era premurata di offrire una rappresentazione distorta della realtà decidendo di interpellare il comitato scientifico quale organo consultivo centrale del ministero dando atto artatamente che la omessa tempestiva risposta da parte del comitato al quesito da essa posto avesse provocato lo scadere dei termini per l’annullamento e di conseguenza il consolidamento del provvedimento di autorizzazione. Di conseguenza l’atto è falso nella misura in cui attribuisce il silenzio della pubblica amministrazione sul mancato annullamento al mancato riscontro da parte del comitato tecnico scientifico alla missiva del 14 luglio. La ricostruzione del Tribunale appare logica, immune da censure e perfettamente in linea con il comportamento esaminato nel complesso dell’intera vicenda, tenuto dai funzionari della Soprintendenza, che non si sono certo distinti per operatività”.
Tale accertata falsità incide in radice anche sulle nuove autorizzazioni rieditate che non potevano essere rilasciate perché basate su autorizzazioni false e non solo illegittime. La sentenza penale di appello rafforza il ricorso ancora pendente in Consiglio di Stato, riguardante anche le nuove autorizzazioni paesaggistiche rieditate in base alla prima sentenza del Consiglio di Stato che le riteneva solo illegittime e non illecite. Peraltro, la sentenza della Corte costringe proprio le controparti a proporre ricorso in Cassazione per evitare che la dichiarata falsità passi in cosa giudicata. Per quanto riguarda la dichiarazione di inammissibilità dei due appelli delle scriventi associazioni, si tratta di una valutazione oltremodo superficiale, contraddittoria e non condivisibile. Il nostro staff legale sta valutando la proposizione del ricorso in Cassazione.