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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica

Vicenda Crescent, Italia Nostra Onlus e il Comitato valutano il ricorso in Cassazione

Le associazioni: "La sentenza della Corte di Appello non risolve la vicenda del Crescent, anzi viene confermata la falsità del procedimento paesaggistico sin dall’inizio"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di SalernoToday

Italia Nostra Onlus e il Comitato No Crescent comunicano quanto segue:  la  sentenza  della  Corte  di  Appello  non  risolve  la  vicenda  del Crescent,  anzi  viene  confermata  la  falsità  del  procedimento  paesaggistico  sin  dall’inizio,  come  da  sempre sostenuto dalle Associazioni.  Invero, va decisivamente sottolineato che la Corte di Appello di Salerno ha confermato la  sentenza del Tribunale, anche sotto il profilo della falsità dell’autorizzazione paesaggistica  della  Soprintendenza  del  2  marzo  2009,  a  firma  del  Soprintendente  Zampino  e  del  funzionario Villani. 

Si legge nella sentenza: “Osserva la corte che la Soprintendenza preoccupata del  comportamento  inerte  tenuto  fino  a  quel  momento  nell’ambito  del  procedimento  alla  sua  valutazione  per  l’impatto  paesaggistico  del  pua,  si era premurata di offrire una  rappresentazione  distorta  della  realtà  decidendo  di  interpellare  il  comitato  scientifico  quale  organo  consultivo  centrale  del  ministero  dando  atto  artatamente  che  la  omessa  tempestiva  risposta  da  parte  del  comitato  al  quesito  da  essa  posto  avesse  provocato  lo  scadere dei termini  per  l’annullamento  e  di conseguenza  il  consolidamento  del  provvedimento  di  autorizzazione.  Di  conseguenza  l’atto  è  falso  nella  misura  in  cui  attribuisce il silenzio della pubblica amministrazione sul mancato annullamento al  mancato  riscontro da  parte del comitato tecnico scientifico  alla missiva del 14 luglio.  La  ricostruzione del Tribunale appare logica, immune da censure e perfettamente in linea con  il comportamento esaminato nel complesso dell’intera vicenda, tenuto dai funzionari della  Soprintendenza, che non si sono certo distinti per operatività”. 

Tale  accertata  falsità  incide  in  radice  anche  sulle  nuove  autorizzazioni  rieditate  che  non  potevano essere rilasciate perché basate su autorizzazioni false e non solo illegittime.  La  sentenza  penale  di  appello  rafforza  il  ricorso  ancora  pendente  in  Consiglio  di  Stato,  riguardante  anche  le  nuove  autorizzazioni  paesaggistiche  rieditate  in  base  alla  prima  sentenza del Consiglio di Stato che le riteneva solo illegittime e non illecite.  Peraltro,  la  sentenza  della  Corte  costringe  proprio  le  controparti  a  proporre  ricorso  in  Cassazione   per evitare che la dichiarata falsità passi in cosa giudicata.  Per  quanto  riguarda  la  dichiarazione  di  inammissibilità  dei  due  appelli  delle  scriventi  associazioni,  si  tratta  di  una  valutazione  oltremodo  superficiale,  contraddittoria  e  non  condivisibile.  Il nostro staff legale sta valutando la proposizione del ricorso in Cassazione.
 

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