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Crisi Cstp, Giovanni Moscatiello: "I liquidatori attuino il piano o si dimettano"

Duro attacco del sindaco di Baronissi nei confronti dei commissari liquidatori del consorzio salernitano trasporti pubblici: "Se non attuano il piano di salvataggio si devono dimettere"

"Devono attuare i quattro punti del piano di salvataggio oppure vadano via" questo il duro commento di Giovanni Moscatiello, sindaco di Baronissi, in merito alla questione del Cstp, riferendosi ai commissari liquidatori. In seguito all'assemblea che ha avviato il conto alla rovescia per salvare il consorzio salernitano trasporti pubblici e i livelli occupazionali il sindaco di Baronissi, in una nota, si è così espresso: "Per noi soci l’assemblea di ieri ha un doppio risvolto: da un lato è stata motivo di conforto, dall’altro motivo di grave rammarico e timore. Conforto perché abbiamo trovato in un piano predisposto da due dei più grandi esperti campani in materia di trasporti (Claudio Cicatiello e Michele Pizzo) le cose che noi comuni soci dicemmo già due anni fa, ovvero: abbattimento dei costi fissi (personale, forniture); valorizzazione e vendita di tutti i beni non necessari; ingresso di capitali privati e gestione molto più efficiente della manutenzione e dei servizi esterni; rideterminazione del corrispettivo chilometrico e ridefinizione equa ed analitica delle corse".

E ancora: "L’unica cosa che non hanno detto i liquidatori e che invece hanno chiesto i soci, è che in qualunque azienda del mondo, quando le cose vanno male i manager fanno un passo indietro e se ne vanno, oppure vengono licenziati. Noi abbiamo l’esempio della Fiat che stava per essere venduta all’estero e che è stata salvata da Marchionne con una semplice, ma grande idea. Bisognava partire da questo capo per avvolgere il filo. I massimi responsabili dello sfascio sono le persone che, dietro lauti stipendi, hanno pensato ad una gestione attenta alle esigenze di qualcuno e non certo a quelle dell’azienda né tantomeno dei lavoratori, né degli utenti".

Moscatiello aggiunge: "Credo sia finito, definitivamente scaduto, il tempo delle chiacchiere, dei programmi e dei progetti. Se l’avvocato Santocchio e i due esperti vogliono fare qualcosa, decidessero in poche ore quello che già è stato chiesto due anni fa, altrimenti per dignità ne traessero le dovute conseguenze. Questa è un’azienda che si può risanare perché ha un mercato certo, una grande professionalità interna, una grande storia di valori e di lavoro, grandi potenzialità per un futuro di sinergie, flessibilità ed efficienza. L’unica cosa che non serve a quest’azienda sono i professori, né persone che mettano al primo posto la cura del proprio interesse e non quello dell’azienda. Non c’è più tempo da perdere, se ne è perso troppo, tanto, e chiediamo al presidente Santocchio di dare conto del perché si è perso tanto tempo e gli chiediamo di concretizzare la volontà espressa due anni fa e sempre ribadita dalla grande maggioranza dei soci di quest’azienda".




 

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