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Elezioni ad Eboli, Cariello scrive al Prefetto: "Odio contro di me sui social"

Il primo cittadino si sente vittima di una campagna elettorale avvelenata, che sarebbe portata avanti da alcuni candidati e rilanciata da falsi profili attraverso i social network

Una campagna elettorale avvelenata, che sarebbe portata avanti da alcuni candidati e rilanciata da falsi profili attraverso i social network. È l’inquietante clima del quale il sindaco di Eboli Massimo Cariello, nelle prossime ore, informerà il Prefetto di Salerno Francesco Russo, preoccupato delle conseguenze che “dichiarazioni sconsiderate e volgari, intrise di odio e sessismo, insieme con accuse inventate e pubblicazione di vere e proprie liste di persone indicate quasi come colpevoli di qualcosa, potrebbero generare”. Preoccupa – fanno sapere dal Comune - anche un “evidente tentativo di condizionare imprenditori privati, con minacce più o meno velate, con l’obiettivo di gestirne attività ed assunzioni”.

Lo sfogo di Cariello:

“Invece di sottolineare la capacità di Comune e Piano di Zona di assicurare assistenza specialistica fin dal primo giorno di scuola, unico Comune in provincia, si pensa di fare scandalo mettendo alla gogna accreditate strutture del terzo settore. Analogo espediente, supportato da organi di stampa fiancheggiatori e supporters social è in atto nei confronti di imprenditori privati. Mettere pressione alle imprese, nella gestione del personale, è un tentativo di condizionamento, come testimoniano analoghi comportamenti in altre aree del Paese, dove ci sono consorterie che si alimentano del condizionamento delle imprese. È successo per la società che gestisce i servizi sociali e per l’azienda che ha vinto l’appalto per l’igiene urbana, che hanno assunto personale secondo note professionali e sulla base di colloqui. La pubblicazione di liste di professionisti assunti, a termine, in servizi gestiti da privati, accompagnate da commenti che rilanciano ipotesi di reato, significa esporre al pubblico ludibrio lavoratori e professionisti, sperando che la disperazione di alcuni possa chiudere il cerchio di una reazione violenta. Quando leggo frasi rivolte a chi ha il solo torto di avere titoli professionali per occupare determinati ruoli, in strutture private, come “se sei bravo e non diventi una puttana servile della peggiore politica”, ho la certezza che sia in atto un’azione tesa a minare il tessuto sociale, condizionare gli imprenditori e rincorrere la reazione. Non mi meraviglia che analoga attenzione non sia riservato ad una struttura privata del territorio, che vive grazie a risorse pubbliche, con assunzioni senza concorso o note professionali, ma agganciate ad amicizie, convenienze ed appartenenze familiari. Basterebbe spulciare l’elenco del personale. Questo clima di odio fa male alla città, è solo il frutto di chi vive di odio e genera veleni. Mi rivolgo a forze politiche e candidati affinché possiamo ragionare sui programmi, confrontarci sullo sviluppo, guardare al bene comune. Gli ebolitani si aspettano programmi chiari e visioni di ampio respiro, il clima di odio mette gli uni contro gli altri e non aiuta la città”.

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