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Termovalorizzatore, il tribunale smentisce De Luca. Ciarambino: "E' incandidabile"

La candidata governatrice del Movimento Cinque Stelle Valeria Ciarambino interviene a gamba tesa dopo la pubblicazione delle motivazioni sulla condanna dell'ex sindaco

Dopo le pubblicazione delle motivazioni della sentenza che ha condannato il candidato governatore del Pd Vincenzo De Luca sulla vicenda del termovalorizzatore di Salerno, l’antagonista del Movimento Cinque Stelle Valeria Ciarambino prende di mira l’ex primo cittadino: “Con le motivazioni depositate dal tribunale di Salerno si rimarca sicuramente l’incandidabilità di De Luca e si smonta la ridicola tesi deluchiana secondo cui il suo era un reato linguistico. Tali motivazioni - spiega - sono racchiuse in oltre 140 pagine e non penso che per decretare un reato semantico i magistrati avrebbero avuto bisogno di tanto spazio. Si tratta, invece, di un dispositivo molto dettagliato e articolato che definisce di fatto la gravissima irregolarità che ha commesso De Luca che gli è costata la condanna in primo grado e che va contro il codice degli appalti”.

Per Ciarambino la verità è venuta fuori: “Quello che lui aveva assegnato come compito al project manager è, invece, compito del Rup secondo il codice degli appalti, dunque una figura che lo Stato individua e per i quali definisce i requisiti che il project manager non aveva, non essendo neanche laureato. Dunque siamo di fronte ad un vero e proprio reato. Io chiedo che chi si candida all’interno delle istituzioni abbia il massimo rispetto per la legge dello Stato e la smetta di farsene beffa e gioco”. Secondo la candidata governatrice dei grillini “non abbiamo bisogno di indagati e condannati all’interno delle istituzioni e non lo dico io, ma lo diceva Borsellino, il quale asseriva che la magistratura deve accettare quello che si chiama certezza giuridica ma che poi altra cosa è l’onestà e l’irreprensibilità di un politico”.

Diceva anche che i partiti devono avere il coraggio di mettere da parte le persone sulle quali esiste anche il minimo sospetto. Nel caso di De Luca - aggiunge la candidata -  non parliamo di sospetto ma di una condanna in primo grado. Una persona responsabile che ami la legalità e le istituzioni, al suo posto, non si sarebbe candidato e soprattutto il presidente del consiglio e segretario del Pd dovrebbe avere la forza e il coraggio di mettere da parte personaggi del genere. Pare - conclude -  che nei partiti essere indagati o condannati sia una medaglia al valore che addirittura ponga in pole position per le candidature. Noi siamo un’altra cosa. Nel Movimento 5 Stelle non ci sono condannati e indagati”.

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