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Politica Pertosa

Fondazione Mida, è crisi: si dimettono i membri del Comitato Scientifico

Già in precedenza aveva rassegnato le proprie dimissioni la docente universitaria Mariana Amato

E’ caos alla Fondazione Mida. I componenti del Comitato Scientifico Marco Panara (giornalista professionista), Antonella Minelli (docente universitaria), Rosanna Alaggio (docente universitaria) hanno inviato le proprie dimissioni ai componenti del Consiglio di Amministrazione e del Consiglio Generale di Indirizzo. Già in precedenza aveva rassegnato le proprie dimissioni la docente universitaria Mariana Amato. Come specificato nelle missive, la decisione è stata presa a causa della “congiuntura attraversata dalla Fondazione che non consente di svolgere con serenità il ruolo accordato”. Sembra che a suscitare i malumori siano polemiche interne alla Fondazione e tra la stessa e i sindaci del territorio.   

Le attività della Fondazione

La Fondazione MIdA – Musei Integrati dell’Ambiente è costituita dalla Regione Campania, dalla Provincia di Salerno e dai comuni di Auletta e Pertosa. Nasce nel 2004 e si adopera per la valorizzazione di un territorio unico nel suo genere, inserito nelle rete mondiale Unesco dei Geoparchi, dando vita ad iniziative mirate a promuoverne le risorse ambientali e culturali.Al centro di queste iniziative ci sono i comuni di Auletta e Pertosa con le loro formidabili Grotte, che rappresentano uno dei siti ambientali più affascinanti del nostro Paese. Accanto alle Grotte, la Fondazione ha creato un sistema museale con sezioni geo-speleologica e botanico-paesaggistica, oltre a spazi espositivi per mostre e convegni, al fine di implementare l’offerta turistica. A queste attività di promozione del territorio, la Fondazione affianca un lavoro di ricerca in agricoltura e nei sistemi ambientali in maniera partecipata con gli attori locali. Il suo modello di gestione e sviluppo, fondato sulla cultura e la valorizzazione di patrimoni ambientali, è stato riconosciuto come modello di eccellenza a livello nazionale, trovando ampio riscontro nei libri di famosi giornalisti: Pino Aprile (Mai più terroni) e Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo (Se muore il sud).

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