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Politica/Le nostre interviste/Parla il capogruppo del Nuovo Centrodestra, Celano

Roberto Celano è il capogruppo del Nuovo Centrodestra a Palazzo di Città. Di professione fa il commercialista, ma da sempre nutre una forte passione per la politica, in modo particolare per quella di centrodestra

Roberto Celano è il capogruppo del Nuovo Centrodestra a Palazzo di Città. Di professione fa il commercialista, ma da sempre nutre una forte passione per la politica, in modo particolare per quella di centrodestra. Nel 2001 e nel 2006 è stato eletto per consigliere comunale sotto il simbolo di Alleanza Nazionale, mentre nel 2010 con il Popolo della Libertà (partito nel quale confluirono la vecchia Forza Italia e l’ex partito di Fini). Egli è da sempre ritenuto uno dei consiglieri più duri e determinati dell’opposizione cittadina.

Com’è essere un oppositore di De Luca?

E’ un’impresa ardua che combatto ogni giorni con pochi amici di sventura. Ma devi dire che è comunque molto esaltante perché ci troviamo di fronte a un sistema politico ben radicato e a un sindaco molto bravo nella comunicazione.

Nel corso di questi anni è riuscito, nonostante collocato tra i banchi della minoranza, ad ottenere qualche risultato?

Con i numeri risicati purtroppo siamo riusciti a fare ben poco. Durante la mia prima consiliatura, invece, ai tempi del sindaco De Biase, vi era una maggioranza più eterogenea e una volta riuscimmo proprio a spaccarla mettendo il primo cittadino in grande difficoltà. Ricordo, ad esempio,  la sfiducia che votammo contro l’ex presidente del consiglio comunale Antonio Guariglia, che fu un brutto colpo per il centrosinistra. Ammetto che in questi anni mi sarebbe piaciuto bloccare l’ecomostro del Crescent per sostituirlo con un grande acquario da collocare di fronte la Stazione Marittima, che certamente avrebbe dato una vera identità turistica alla nostra città.

A proposito del Crescent. Dal ministero dei Beni Culturali è arrivato uno stop. Cosa ne pensa?

Da tempo, ormai, denunciamo forzature illegittime nei confronti della cantierizzazione dell’opera. Abbiamo sollecitato più volte la Soprintendenza e alla fine una parte dell’area coinvolta è stata sottoposta a sequestro. Naturalmente sono preoccupato perché oggi, qualsiasi cosa accada, a pagarne le conseguenze sarebbero soltanto i cittadini di Salerno. E questo non è giusto. Le colpe degli altri non le possono pagare i salernitani. Se le presunte illegittimità venissero confermate il cantiere verrebbe completamente bloccato e di conseguenza si creerebbe un danno sia ambientale che economica alla città.

Anche economico?

Si, perché nel caso in cui i lavori venissero definitivamente bloccati l’azienda potrebbe chiedere un risarcimento danni al Comune. E nel caso Palazzo di Città andrebbe verso il dissesto finanziario.

Questo è stato anche l’anno del doppio incarico del sindaco (ex viceministro) Vincenzo De Luca. Lei, insieme a tutta l’opposizione, ha fin da subito chiesto un passo indietro al primo cittadino da uno dei due ruoli governativi. Ma la risposta è stata negativa...

Tutta la città (e non solo) ha assisto ad una sceneggiata degna di quelle napoletane. Fino all’ultimo De Luca ha tentato di difendere la sua posizione di illegalità fregandosene di tutto e di tutti, dando un’immagine che non ha fatto di certo onore alla città, che per colpa sua è stata protagonista in maniera negativa di programmi televisivi anche di livello nazionale.

Altro capitolo bollente: la vendita della Centrale del Latte. Il sindaco ha annunciato che nei prossimi giorni verranno eliminati gli straordinari dei dipendenti.

Si tratta di un’azienda che è da sempre il fiore all’occhiello della nostra città. E’ inconcepibile quello che sta accadendo, perché dopo che si sono creati tanti posti di lavoro e si è dato vita ad un indotto produttivo così importante, è assurdo pensare di vendere l’azienda. Se è vero ciò che dice De Luca, ossia che ci sono lavoratori che hanno percepito dei soldi non dovuti, allora vada, in qualità di sindaco, a denunciare tutto alla magistratura contabile. Altrimenti dovremmo pensare che la sua è solo una ripicca verso i dipendenti che si sono ribellati alla vendita della Centrale.

Le elezioni sono ancora lontane. Ma il centrodestra è pronto al dopo De Luca?

Assolutamente sì. Tra i banchi dell’opposizione e nelle forze politiche alternative alla sinistra c’è una classe dirigente pronta a scendere in campo. Dopo anni di propaganda sfrenata e opere incompiute è arrivato il momento di dar vita ad un nuovo modello di governo dando un’identità produttiva alla città e combattendo con atti concreti la disoccupazione giovanile e la crisi delle aziende salernitane. Con le vertenze Eldo, pastificio Amato, Filtrona è chiaro a tutti la profonda crisi in cui versa la zona industriale del capoluogo. Per non parlare dei 110 negozi che sono stati costretti a chiudere nel centro storico.

Ultima domanda. Perché ha lasciato Fdi per aderire al Nuovo Centrodestra?

Io sono sempre stato un uomo di destra e di questo sono orgoglioso. Ho aderito a Ncd perché sono amico da anni sia di Angelino Alfano che del sottosegretario Gioacchino Alfano, che ricopre il ruolo di coordinatore regionale. Mi hanno invitato a dar loro una mano su Salerno e io da amico non potevo che accettare. Però, ho posto una clausola: rimarrò solo se il partito resterà ancorato nel centrodestra e dunque alternativo alla sinistra.

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