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Spending Review, De Luca: "Sono pronto a chiudere il comune"

Il sindaco di Salerno, polemico con la Spending Review in una intervista al quotidiano La Stampa e in una intervista a Radio24, ha minacciato di consegnare le chiavi al prefetto

Il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca contro la Spending Review decisa dal governo Monti. I tagli dell'esecutivo tecnico potrebbero mettere in difficoltà numerose amministrazioni comunali, tra le quali appunto anche Salerno. Il primo cittadino, nella giornata di ieri, ha espresso la sua rabbia in una intervista al quotidiano La Stampa e a Radio24. Il primo cittadino di Salerno si è detto pronto a consegnare le chiavi del comune al prefetto.

“Siamo uno dei pochi comuni in Italia ad aver approvato il bilancio di previsione 2012 a dicembre. Ora, con il nuovo decreto sulla revisione della spesa, i criteri vengono cambiati” ha riferito il sindaco al quotidiano torinese. De Luca ha parlato della questione rifiuti e del fatto che, nonostante Salerno sia l'unico capoluogo campano ad aver completato il ciclo dei rifiuti, "non abbia alcun incentivo, mentre chi non differenzia ha le casse comunali piene". De Luca ha quindi ricordato i risultati ottenuti nel sociale (asili nido) e le spese che "il comune si sobbarca per la cultura e l'informatizzazione dei servizi".

“Il problema – continua il sindaco – è la gestione della cassa. In questi momenti di difficoltà se anche il tesoriere fa resistenza sugli anticipi, allora la situazione diventa seria”. Sono tre gli aspetti della Spending Review che il sindaco non convidide, a partire dal comma che impone di ripianare entro il 2012 le partite debitorie che un comune ha con le società partecipate. “E ce lo vengono a dire a luglio? Il comune di Salerno ha un bilancio di previsione 2012 già da dicembre – sottolinea il sindaco – dopo sette mesi mi dicono di dover cambiare i conti. Certo, è possibile certificare quanto siano credibili questi residui, ma questa operazione non è possibile farla ora”.

L’ultimo aspetto riguarda il Patto di Stabilità. “Se finanzio un’opera con entrate proprie del comune – spiega De Luca – questa dovrebbe essere esclusa dal patto. Così come andrebbero escluse le quote del cofinanziamento proveniente dall’UE. Ci devono spiegare se vogliamo rilanciare lo sviluppo o se vogliamo consegnare le nostre città alla criminalità organizzata”.

“Nessuno si rende ancora conto - prosegue De Luca - della ricaduta drammatica che può avere la carenza di liquidità nei territori dove la presenza della criminalità organizzata è molto forte. Da queste parti l’unico denaro liquido in circolazione è quello della camorra. Il comune rappresenta, coi suoi investimenti, un motore pulito dell’economia”. Ma se il decreto resterà cosi com’è? “Farò scrivere sul portone del Municipio «Nessuno può essere costretto a fare cose impossibili» e consegnerò le chiavi al prefetto”.

Il sindaco di Salerno è stato inoltre intervistato a Radio24, dove si è espresso a proposito del decreto legge 95: “Fra le cose che andremo a chiedere al governo vi sono alcune previsioni del Decreto Legge 95 che vanno assolutamente modificate: ci riferiamo all’obbligo di coprire le partite debitorie delle società partecipate; non può essere accettata la proposta di svalutare del 25% i crediti riportati come residui attivi nei nostri bilanci: questa è una cosa assolutamente sciagurata che blocca definitivamente gli equilibri di bilancio perché non consente di avere investimenti per una somma equivalente. E poi chiediamo che siano escluse dal Patto di Stabilità le spese per investimenti. In nome di che cosa dovrei mantenere il mio 70% di raccolta differenziata che mi costa 30 milioni di euro l’anno o in base a che cosa dovrei mantenere il primato meridionale per la rete di asili nido? A questo punto se dobbiamo chiudere, chiudiamo”.
 

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