L'associazione Italia Nostra interviene sull'indagine del Crescent che vede coinvolti il sindaco viceministro di Salerno Vincenzo De Luca insieme a una trentina tra assessori, tecnici e dirigenti del Comune e funzionari della Soprintendenza. "L’intera vicenda - denuncia -  in un paese rispettoso delle regole non sarebbe dovuta accadere e Italia Nostra e il Comitato No Crescent avrebbero preferito che non fosse stato necessario combattere per l’osservanza della legalità. In una paese normale le istituzioni prima di consentire una siffatta edificazione avrebbero dovuto verificare la fattibilità dell’intervento e controllare ognuno in base alle proprie competenze di legge. Viceversa, chi doveva controllare, ad iniziare dal Soprintendente, dalle istituzioni amministrative, a quelle giudiziarie non ha controllato nulla, prima della edificazione". 

Riguardo poi alle preoccupazioni dei cittadini in ordine al risarcimento dei danni alla società privata "va sul punto detto che nel contratto tra comune e società privata è stata sottoscritta dal sindaco e dal dirigente comunale una clausola del tutto irrazionale ed abnorme in base alla quale in riferimento ai ricorsi pendenti con l’assoiazione Italia Nostra ed altri, in caso di esito negativo anche di uno solo di detti giudizi, la crescent avrebbe avuto diritto alla restituzione del corrispettivo degli oneri concessori nonché del valore delle opere realizzate. Gli effetti di tale clausola - concludono gli esponenti di Italia Nostra - non potranno non ricadere su chi l’ha sottoscritta per la sua anomalia ed abnormità, perché non risponde ad alcun interesse pubblico del comune di Salerno. In una Paese normale questo non dovrebbe mai accadere".