L'intervista/Casini atteso a Vietri sul Mare: “Recuperiamo la positività dell’impegno politico”
Alla vigilia della presentazione del suo libro "C'era una volta la politica", in programma per domani presso il Lloyd's Baia Hotel, abbiamo intervistato l'ex presidente della Camera dei Deputati ed attuale senatore del Pd
Dai contenuti del suo nuovo libro ai primi cinque mesi del Governo Meloni, dalla vittoria di Elly Schlein al futuro del Terzo Polo. Di questo abbiamo parlato con il Sen. Pierferdinando Casini, ex presidente della Camera dei Deputati ed attuale senatore del Pd, alla vigilia del suo arrivo a Vietri sul Mare. Domani (giovedì 23 marzo), alle ore 19.30, presenterà il suo libro “C’era una volta la politica” presso il Lloyd's Baia Hotel. All’incontro - organizzato dal Rotary Distretto 2101 in collaborazione con Vincenzo Inverso - l’autore si confronterà con il viceministro agli affari esteri On.Edmondo Cirielli e il vicecapogruppo del Pd alla Camera On.Piero De Luca.
Presidente Casini, nel suo tour in giro per l’Italia domani sarà qui a Salerno…segue “il girone” del suo Bologna?
“È stata una partita divertente che entrambe le squadre volevano vincere, ma non ci sono riuscite. La Salernitana è ormai avviata ad essere una realtà stabile del calcio italiano: questo è un fatto importante non solo per la Campania ma per tutto il Mezzogiorno”.
Il libro si intitola “C’era una volta la politica”. Secondo lei la politica, quella vera, non c’è più?
“C’era una volta la politica è da un lato una denuncia e dall’altro un’invocazione a recuperare la positività dell’impegno politico, quello costruito sul radicamento territoriale, sulla serietà, sulla competenza. Quando ho iniziato io a far politica, nella Prima Repubblica, c’erano partiti con radici forti, basati su scelte ideali e rigorose opzioni programmatiche, che avevano il compito di formare una classe dirigente e dare risposte ai problemi della gente. Oggi tutto questo non c’è più. E il risultato è lo sradicamento di un intero sistema, un graduale svuotamento del senso più vero della politica, un progressivo accantonamento della centralità del Parlamento. E’ da lì che bisogna ripartire”.
Atteso il racconto del suo libro, quale messaggio vuole lanciare ai lettori, magari ai più giovani che sono coloro che, più di altri, si allontanano dalla politica di oggi?
“Il messaggio è semplice: non c’è un modo diverso di partecipare alle scelte della collettività se non quello di fare politica. Qualcuno ha pensato che l’antipolitica potesse sostituirla, ma quella ricetta è fallita miseramente. Bisogna spiegare ai giovani che la politica è importante e che per farla bene occorre essere appassionati ma anche studiare tanto, senza improvvisazioni e senza avere fretta di arrivare. Ma soprattutto che oggi, prima di fare politica, è importante imparare una professione, avere delle vere competenze, perché solo così ci si può garantire la libertà e l’indipendenza”.
Durante la presentazione, a Salerno, saranno seduti accanto a lei il viceministro agli affari esteri On. Edmondo Cirielli (Fratelli d’Italia) e il vicecapogruppo del Pd alla Camera On. Piero De Luca. Ancora una volta un centrista, un moderato come lei prova a far dialogare e confrontare i due poli opposti?
“Posso solo dire che da buon democratico cristiano ho fatto mia la lezione di quella lunga stagione. Una stagione di polemiche accese ma anche di grande ascolto. All’epoca, ogni discussione finiva con il riconoscimento del rispetto dell’avversario, pur nella diversità delle idee e nella rivalità politica. Non c’erano nemici, ma solo avversari. Negli ultimi anni tutto questo è mancato per lasciare il posto a una politica urlata e litigiosa e a una continua e crescente strumentalizzazione del dibattito politico”.
Posso chiederle come giudica i primi quattro mesi del governo Meloni e cosa pensa che accadrà nel Pd e nel centrosinistra dopo la vittoria di Elly Schlein? C’è chi prefigura una fuga di moderati verso il Terzo Polo.
“Comunque la si pensi, oggi in Italia abbiamo due leader donna, una a destra e una sinistra, che non sono arrivate per le quote rosa ma per i loro meriti. Giorgia Meloni è stata costretta a fare un bagno di realtà, affrontando i problemi di chi si ritrova al governo dopo aver fatto anni di opposizione. La sua postura in politica estera finora è stata ineccepibile, ma quello a cui deve stare più attenta sono i suoi alleati che finora si sono dimostrati i suoi peggiori nemici. Elly Schlein rappresenta la discontinuità, la vittoria di chi chiedeva un nuovo corso del Pd. Ha suscitato molti entusiasmi e ha riportato a votare moltissime persone, il che di per sé è già un fatto estremamente positivo. Certo dovrà essere brava a fare sintesi fra tutte le anime del partito, mostrare intelligenza e responsabilità per non disperdere i voti di coloro che sono moderati e, su alcuni temi essenziali, come quelli di politica estera restare sulla rotta tracciata da Letta: atlantista e al fianco dell’Ucraina. Quanto al Terzo Polo, credo che le tanto agognate “praterie” non ci siano più. Oggi c’è una competizione aperta e una grande fluidità dei consensi. E la verità è che ora la Meloni e la Schlein sono il nuovo e tutto il resto appare il vecchio”.