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Mercatino etnico in via Calò: la lettera di Celano e Russomando

I consiglieri comunali Roberto Celano e Ciro Russomando hanno scritto una lettera al sindaco di Salerno Vincenzo Napoli in merito alla deliberazione con la quale è stata approvata la localizzazione del mercatino etnico in via Calò

I consiglieri comunali Roberto Celano e Ciro Russomando hanno scritto una lettera al sindaco di Salerno Vincenzo Napoli in merito alla deliberazione con la quale è stata approvata la localizzazione del mercatino etnico in via Calò nei pressi di Piazza della Concordia.

La lettera

"Tale deliberazione - scrivono i due consgilieri comunali - è stata assunta per soddisfare le esigenze di comunità di extrcomunitari presenti sul territorio cui, negli anni passati, erano state destinate le aree di via Vinciprova, di via Limongelli e di via Lungomare Colombo, allestite con pubblico denaro e poi ritenute non propriamente vantaggiose alle esigenze dei venditori. Tale deliberazione ha, tra l’altro, previsto l’esonero dal pagamento per sei mesi della TOSAP per gli ambulanti di merci etniche con evidente discriminazione per altri venditori cui non viene riconosciuta uguale agevolazione nei primi mesi di attività". Celano e Russomando, poi, sottolineano come questa decisione dell'Amministrazione Comunale non è stata ritenuta condivisibile dai commercianti e dai residenti della zona che lamentano, già da tempo, gravi criticità in termini di igiene e sicurezza. "I residenti del quartiere - continuano nella lettera - denunciano, altresì, che la decisione dell’Amministrazione avrebbe violato anche le proprietà private in quanto l’area di rispetto dei fabbricati di via Generale A. Amendola 10 e 36/38 è ancora intestata alla Società Domenico Scaramella a cui fu concesso permesso a costruire. Tale area - spiegano - sarebbe successivamente stata data in concessione al Comune di Salerno per consentirne la pavimentazione e la manutenzione. Gli abitanti del rione evidenziano, inoltre, che le opere dovrebbero essere, in ogni caso, realizzate ad una distanza minima dal muro che delimita le proprietà private di 5 metri e via Calò avrebbe, a loro dire, una larghezza evidentemente inferiore".

Le conclusioni

"Oltre ad apparire una decisione poco condivisibile - concludono i due consiglieri - la deliberazione rischia di essere impugnata dai cittadini che, pur manifestando simpatie per etnie e raggruppamenti culturali diversi, contestano fermamente la scelta della Giunta con conseguente necessità di difese legali da sostenere e rischio di danno erariale per l’Ente, sia in relazione ai costi del contenzioso che alle richieste di risarcimento che potrebbero succedere". Celano e Russomando, quindi, chiedono al sindaco di rivedere la deliberazione ed individuare un'area più idonea per localizzare il mercatino etnico condizionando anche tale opportunità alla necessità di liberare nell’immediato il lungomare Trieste dall’occupazione abusiva e militare da parte delle stesse comunità.

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