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Fiume Sarno, il Movimento Cinque Stelle presenta un'interrogazione

I parlamentari salernitani: "Lo stato del fiume è la sintesi della pessima gestione politico/amministrativa in tema di tutela ambientale e della salute del territorio in Campania"

Lo scorso febbraio un gruppo di 75 attivisti del M5S dellaCampania ha costituito il “tavolo tecnico Sarno” con l’intento di acquisire informazioni, documenti e dati aggiornati sullo “stato di salute” del bacino idrografico del fiume e dei suoi abitanti che ormai da 40 anni vivono in perenne stato di emergenza ambientale e sanitaria. Per questo sono stati presentati un dossier e due interrogazione parlamentare per richiedere interventi immediati e dare il via ad una vera bonifica del Sarno, bomba ambientale che mette a rischio la salute di un territorio che coinvolge oltre trenta comuni.

La motivazione che ha spinto il gruppo di lavoro del M5S ad occuparsi di questo annoso problema, è nata dall’esigenza di offrire un contributo critico, e se possibile risolutivo, al disastro ambientale del bacino del Sarno che, giorno dopo giorno, assume dimensioni sempre più consistenti a causa dell’imponente e continua contaminazione delle  acque superficiali, acque sotterranee, mare, suolo, atmosfera, flora e fauna  con portata distruttiva per l’ambiente e la salute delle persone. Parliamo di un’area molto vasta, che abbraccia 33 comuni compresi tra le province di Napoli, Salerno e Avellino, con una elevata densità antropica  ed è quindi ben chiara l’entità del disastro perpetrato.

 “Lo stato del fiume Sarno  - dichiarano Angelo Tofalo, Silvia Giordano e Mimmo Pisano deputati del MoVimento Cinque Stelle – è la sintesi della pessima gestione politico/amministrativa in tema di tutela ambientale e della salute del territorio in Campania. Occorre un intervento a 360° per la pulizia totale del fiume”.

La deputata Silvia Giordano, inoltre, si è impegnata sul tema redigendo una ulteriore interrogazione parlamentare: “Al Signor Ministro della salute ho chiesto di adoperarsi - spiega  - affinché si attivi per limitare i rischi relativi all’incidenza di malattie tumorali, e non solo, attivando uno stato di allerta della popolazione e sostenendo le spese necessarie per le ricerche statistiche e gli studi. Infine bisogna fare chiarezza sui fatti finora accaduti, destituendo tutti i responsabili in carica ad oggi, verificando l’adeguatezza dei progetti in corso e valutando le opere compiute riconoscendo il danno alla salute e dunque il disastro ambientale che può davvero riportare al ripristino dei luoghi o quanto meno ad una riqualificazione, istituendo una commissione di esperti, per la riqualificazione ambientale, culturale, economica, sociale”.

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