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Oleoturismo, l'appello della deputata 5 Stelle Anna Bilotti

“Gli agricoltori sappiano fare rete per valorizzare i loro prodotti e i territori Con le agevolazioni del decreto attuativo sarà possibile rilanciare le economie delle aree interne”

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di SalernoToday

“L'attenzione alle aree interne deve partire dall'aiuto ai soggetti che si impegnano quotidianamente, con il loro lavoro e sacrificio, per dare lustro al loro territorio. Un indotto che parte dalla coltivazione e produzione e deve giungere fino ai settori del commercio e del turismo. Tanti i passi che stiamo facendo per intervenire in aiuto della filiera agroalimentare. Dopo l'intesa con la Conferenza Stato-Regioni, sarà firmato dal Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, Stefano Patuanelli, e dal Ministro del turismo, Massimo Garavaglia, il decreto attuativo sull'oleoturismo. Questo si aggiunge al pegno rotativo per i prodotti agricoli e alimentari a denominazione di origine protetta o a indicazione geografica protetta, che rappresenta un importante strumento introdotto con un emendamento, voluto dal M5S, al Decreto Cura Italia, e già reso operativo con decreto attuativo”. Così la deputata pentastellata Anna Bilotti a margine di “Le Giornate dell’OleoTurismo 2021”, promosso dall’Associazione C.E.S.I.T. Centro Europeo Studi Identità e Territorio, presso la Società Cooperativa EVO CAMPANIA di Campagna. “L'evento promosso dall'Associazione C.E.S.I.T. è stato un momento importante di confronto e di approfondimento delle tematiche legate all'oleicoltura. L'azienda Evo Campania è un esempio di ricerca, innovazione e legame col territorio; personale qualificato, oltre 400 produttori coinvolti e una produzione di alto livello – continua Bilotti - Rappresenta una delle eccellenze del nostro territorio che deve essere riconosciuta e supportata”. E' infatti bene ricordare che l’olio è diventato turismo e può beneficiare di agevolazioni fiscali. La manovra 2020 ha esteso disposizioni della legge di bilancio 2018 relative all’attività di enoturismo, anche a quelle di oleoturismo.
Le attività di oleoturismo sono tutte quelle che aiutano a conoscere l’olio d’oliva nel luogo di produzione come le visite nei luoghi di coltivazione, di produzione o di esposizione degli strumenti utili alla coltivazione dell’ulivo, nella degustazione e nella commercializzazione delle produzioni aziendali dell’olio d’oliva, anche in abbinamento ad altri alimenti, in iniziative a carattere didattico e ricreativo nell’ambito dei luoghi di coltivazione e produzione.Due importanti provvedimenti sono stati approvati dalla Conferenza Stato-Regioni:m il decreto da 30 milioni di euro per il rilancio della filiera olivicolo-olearia e il decreto attuativo che stabilisce le linee guida e gli indirizzi sui requisiti e standard minimi di qualità per l’esercizio dell’attività oleoturistica.Nello specifico, le risorse del “Fondo per lo sviluppo e il sostegno delle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura” sono destinate, per il 2021, al comparto olivicolo-oleario nella misura di 30 milioni di euro, di cui10 per il sostegno di investimenti in nuovi impianti 20 per il sostegno di investimenti nell’ammodernamento di impianti esistenti, con particolare riguardo alla salvaguardia e allo sviluppo delle aree svantaggiate. “A beneficiare degli aiuti possono essere gli olivicoltori associati a le organizzazioni di produttori riconosciute, ottenendo fino al 70 per cento delle spese ammesse. Sarà Agea a stabilire le modalità per la presentazione di domande di sostegno attraverso una circolare attuativa – continua Bilotti – Ecco perché ritengo fondamentale, anche ai fini del potenziamento della promozione dei prodotti, che gli agricoltori sappiano aggregarsi e fare squadra per il rilancio del settore e, attraverso questo, per la rinascita delle economie dei territori. Solo valorizzando i prodotti d’eccellenza, potremo dare opportunità commerciali all’agroalimentare made in Italy che, altrimenti, scontando costi maggiori, è relegato a subire la concorrenza e le logiche di mercato degli altri Paesi”.

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