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Ospedale di Cava, Murolo all'attacco: "Ecco le mezze verità del sindaco complice"

Il piano di Caldoro confermava i servizi sanitari a Cava, De Luca lo ha stracciato avviando, nel 2016, il taglio dei servizi e dei reparti. Nel silenzio di chi guidava il Comune

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di SalernoToday

Abbiamo assistito ieri al tentativo del sindaco uscente di confondere le acque per eludere, ancora una volta, le proprie responsabilità politiche rispetto al declassamento dell’ospedale di Cava. Inchiodato, insieme al governatore De Luca, dalla leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, che ieri è stata in città per sostenere la campagna elettorale del centrodestra, il sindaco uscente ha tentato perfino di riscrivere la storia, per amore della verità. Un amore che dev’essere lo stesso che dice di nutrire nei confronti della città visto che anche in questo caso è smentito dai fatti.

I fatti

Il decreto 49 di cui parla il sindaco uscente è noto anche come Piano Zuccatelli, dal nome del tecnico che lo redasse, Giuseppe Zuccatelli, inviato in Campania dal Governo nazionale con il compito di risanare i conti della sanità nella nostra regione. Siamo nel 2009: il governatore era Antonio Bassolino, Pd. Tutte circostanze che il sindaco uscente omette di dire, forse perché l’amore per la verità passa in secondo piano rispetto alla disciplina di partito. Il Piano – che per l’ospedale di Cava prevedeva zero posti letto – fu scritto durante il governo Bassolino e lasciato in eredità al centrodestra e a Stefano Caldoro, voluto nel 2010 dai cittadini campani alla presidenza della Regione proprio per porre rimedio agli sfaceli della sinistra. Caldoro, che divenne anche commissario ad acta, dinanzi ad un buco da 853 milioni di euro lasciato nella sanità dal Pd e dai suoi alleati, non poté che firmare quel Piano, segnalando, nel contempo, al Governo nazionale la necessità di superarlo. Il taglio dei posti letto, dunque, scatta nel 2010, ma solo sulla carta. Di fatto nessun servizio viene sottratto all’ospedale cavese. Il governatore di centrodestra Stefano Caldoro si mette al lavoro per colmare il buco e riesce ad ottenere anche un avanzo di cassa. Nel 2014 presenta un nuovo piano nel quale è prevista, tra l’altro, la conferma di tutti i servizi dell’ospedale di Cava de’ Tirreni. Non sono chiacchiere, è un atto pubblico reperibile sui siti istituzionali.
Con le elezioni del 2015 cambia ancora la scena. De Luca da governatore viene a Cava per chiudere la campagna del centrosinistra per il Comune e dice che l’ospedale sarà salvato. Di fatto, però, blocca il piano ospedaliero di Caldoro perché ha un unico obiettivo: ridurre la presenza capillare di servizi sanitari sul territorio per concentrare tutto a Salerno dove sorgerà un nuovo ospedale da 400 milioni di euro sulla base di un progetto presentato, guarda caso, proprio ieri.
È solo in questa fase infatti, dopo il voto del 2015, che cominciano davvero a scattare i tagli. Tempo pochi mesi e a Cava de’ Tirreni non si nasce più. Il 30 dicembre 2015 – governatore della Campania De Luca, sindaco di Cava Servalli – chiudono Ginecologia e Ostetricia. Rimane in funzione un ambulatorio di Ginecologia che, però, nell’estate 2016 chiude nel silenzio complice dell’amministrazione comunale cavese. Allo stato attuale la salute delle donne a Cava non è garantita da alcun servizio specifico. Chi vuole effettuare una visita deve recarsi a Salerno. Ma non è finita qui. La scure di De Luca è sempre in azione quando si tratta di colpire la nostra città. In pochi mesi vengono sospesi i servizi di Gastroenterologia e Senologia. Ricordiamo tutti la manifestazione organizzata per consentire al senologo Luigi Cremone di continuare ad operare, così come i problemi per gli anestesisti e la conseguente riduzione degli interventi chirurgici. Insomma, un ospedale mortificato nei mezzi e che continua a garantire alcuni servizi grazie agli sforzi del personale. L’ultimo depotenziamento risale a circa due settimane fa, quando i pediatri di Cava sono stati chiamati ad effettuare alcune ore di servizio a Salerno per colmare la lacuna di personale dell’ospedale del capoluogo. Risultato? Meno ore a Cava dedicate alla salute dei nostri bambini e il Santa Maria Incoronata dell’Olmo sempre più stampella del Ruggi di Salerno. Questi, dunque, i fatti.

Le mezze verità

Ma il sindaco uscente ai fatti preferisce una parziale verità e qualche annuncio da poter sventolare trionfante in campagna elettorale. L’ultima promessa ai Cavesi, dopo cinque anni di tagli di servizi imposti dalla Regione, è uno stanziamento di 4milioni di euro per il Santa Maria Incoronata dell’Olmo, non per riaprire i reparti chiusi, non per potenziarlo, ma per rimettere a posto quello che resta. Per amore di Cava de’ Tirreni questa è la verità. Dire che il centrodestra ha chiuso l’ospedale significa non raccontare ai Cavesi tutta la verità. Valuteranno gli elettori se un atto d’amore può essere accompagnato dalla poca sincerità.

Il candidato a sindaco di Cava de’ Tirreni Marcello Murolo
(Siamo Cavesi, Fratelli D’Italia, Forza Italia, Lega, Udc)

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