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Politica

Regionali 2020, le richieste di commercianti e costruttori di Salerno a Caldoro

Il candidato presidente del centrodestra ha partecipato all’incontro-confronto organizzato dagli associati Cepi e FederCepi

Si è svolto questa mattina presso la sede di FederCepi Costruzioni, a Salerno, l’incontro-confronto degli associati Cepi e FederCepi con il candidato alla presidenza della Regione Campania, Stefano Caldoro. Un dibattito che ha consentito da un lato a imprenditori, commercianti, professionisti, artigiani di elencare i motivi di malcontento e di disagio (ma anche le idee e le proposte), dall'onorevole Stefano Caldoro di dettagliare il programma elettorale e specificare le misure programmate.

Le proposte 

“In Cepi abbiamo il dovere e l’orgoglio di rappresentare le PMI – ha introdotto il presidente nazionale di CEPI, Rolando Marciano– ed in particolare quelle microimprese con meno di dieci dipendenti che producono l’80% del PIL, rappresentano l’85% dell’occupazione nazionale e fatturano fino a 500mila euro l’anno. Sono realtà che hanno bisogno di attenzione e risposte concrete: anche l’Europa ha individuato canali di progettazione specifici per queste aziende. Occorre un rapporto serio e costante con interlocutori attenti alle nostre richieste non individuali, ma nell’interesse di tutta la collettività. Siamo stufi di personaggi che dimostrano egoismo e attenzioni solo per pochi, anzi per pochissimi privilegiati”. Analoga attenzione ha rivendicato anche il presidente di FederCepi Costruzioni, Antonio Lombardi che ha elencato una serie di dati a supporto di un malcontento diffusissimo nel comparto delle costruzioni: “Non ci piacciono le favole – ha detto – perché siamo abituati, da buoni imprenditori, a ragionare con i numeri e con i fatti, giacché con i bei raccontini non paghiamo fornitori e dipendenti. Rivendichiamo attenzione per l’entroterra regionale e i piccoli comuni: l’amministrazione uscente presentò anni fa un programma, denominato Plus Ospitalità da favola, che una favola è rimasto. Non si è mosso assolutamente nulla. Ed esattamente cinque anni fa, il 9 settembre 2015, fu presentato un Piano Burocrazia Zero che prometteva alle imprese addirittura di aprire appena in 24 ore. Ebbene: i fatti ci dicono che la burocrazia è peggiorata, in tutti i campi e in tutti i settori, rispetto alla media nazionale. Non è un caso che l’indice EQI, European Quality Index, che misura la qualità della burocrazia nelle regioni europee, releghi oggi la Campania al 186° posto su 192 regioni monitorate. Non è, la nostra, faziosità politica o un giudizio partitico. Sono analisi che partono da dati e fatti. Oggi la burocrazia in Campania assorbe a cittadini e imprese 269 ore l’anno: 33 giorni. Altro che burocrazia zero”. Negativi anche i dati sul fronte delle opere pubbliche: “Tre anni fa – ha continuato Lombardi – fu presentato un Piano Infrastrutture che prometteva 2,5 miliardi di investimenti in due anni, per arrivare, nel 2019, a spendere il 60% delle risorse disponibili. Ebbene, al 30 giugno scorso avevamo un tesoretto da spendere di quasi 5 miliardi. Altro che 60%: un anno dopo il termine, non abbiamo raggiunto nemmeno la metà di quel dato. La spesa è ferma al 29,15%. Se a questo assommiamo il dato sulla disoccupazione (20% in Campania, 17,6% in media al Sud) e segnatamente sulla disoccupazione giovanile (46,6% in Campania, 45,5% al Sud) si comprende il nostro giudizio negativo”. “Vogliamo essere pragmatici – ha concluso Lombardi – abbiamo un’altra idea di Campania in mente, che guarda ad una gestione collegiale e non privatistica, che utilizza tempestivamente ed efficacemente tutte le opportunità di finanziamento disponibili, a partire dai fondi europei. Sul dissesto, abbiamo 365 milioni di spendere, ma dalle ultime delibere regionali si evincono ancora problemi nell’affidamento degli incarichi per la progettazione degli interventi. Sul fronte della depurazione il 39% degli impianti è irregolare: impianti moderni ed efficienti comportano anche una migliore balneazione e ossigeno per il turismo. Sul fronte urbanistico, c’è da mettersi le mani nei capelli. Per la Legge Regionale n.16 del 2004 sono decaduti tutti gli strumenti urbanistici dei Comuni che non hanno adottato i Puc. Vale a dire che 478 Comuni andrebbero commissariati e si ritrovano oggi privi di regolamentazione urbanistica. In una regione martoriata dall’abusivismo si lascia il territorio in mano alla deregulation”. Quanto alle proposte, il presidente dei costruttori ha ribadito la necessità del fascicolo di fabbricato “in un territorio il cui patrimonio edilizio è particolarmente vetusto” citando, in conclusione, una frase di Papa Francesco ai giovani: “Non fatevi rubare la speranza”. “Il nostro impegno – ha concluso Lombardi - è restituire fiducia e speranze ai giovani e alle imprese”.

Il programma di Caldoro

Il candidato del centrodestra alla presidenza della Regione, Stefano Caldoro, ha riconosciuto e condiviso che “le PMI sono il vero motore del Paese, la spina dorsale dell’economia. Se oggi il sistema regge ancora, è proprio grazie alle microimprese”.Quanto all’appello alla gestione collegiale, Caldoro ha evidenziato che “De Luca ha scelto uno slogan elettorale più che eloquente: la Campania nelle mie mani. Potremmo discutere all’infinito sulle sue mani, giuste o non giuste, pulite o non pulite. Ma il dato inconfutabile è che lui parla di Regione nelle “sue” mani: pura politica padronale. Non c’è da sorprendersi: è l’idea comunista e stalinista della politica. Noi siamo per il confronto, siamo altra cosa”. Quanto all’utilizzo dei fondi europei, Caldoro ha ricordato gli sforzi sull’accelerazione della spesa: “L’attuale governatore uscente – ha detto – appena insediatosi, tentò maldestramente di ritirare il nostro provvedimento e la nostra azione tesa a pagare sollecitamente le amministrazioni per gli interventi realizzati. Per 6 mesi bloccò tutto per mere ragioni ideologiche e politiche, poi si rese conto che sarebbe stato condannato su tutti i fronti e tornò sui suoi passi. Senza la sua azione avremmo raggiunto il 110% di spesa: ci fermammo a causa sua al 103%”. Quanto alle azioni successive di utilizzo delle risorse europee Caldoro ha stigmatizzato “la propensione ossessiva all’estetica e alle grandi firme. Cose simboliche tipiche della politica comunista, dietro cui difficilmente c’è sostanza” ed ha citato la stazione marittima di Zaha Hadid. Sulla sburocratizzazione, Caldoro ha evidenziato che “una legge che per sburocratizzare aumenta le norme anziché ridurle, non punta ad una vera sburocratizzazione. Lo abbiamo denunciato, inascoltati, fin dal primo giorno. Le uniche azioni vere che questa amministrazione ha adottato riguardano l’esasperazione dei controlli. Non ci sorprende: avendo pompato denaro pubblico su carrozzoni, c’era la necessità di trovare loro una ragione di vita”.“In qualunque parte del mondo – ha aggiunto - basterebbero questi dati e queste considerazioni per rendere incandidabile una qualsiasi persona. Invece continua a pontificare e fare promesse assurde: otto giorni fa annunciava che entro una settimana avremmo raggiunto l’obiettivo Covid zero, zero contagi. Oggi siamo ancora la seconda regione in Italia per contagi. Siamo stati anche i primi, nel frattempo. Ma del resto questo è lo stesso personaggio che annunciava entro due anni un vaccino contro il cancro. Una bestialità scientifica, ma tant’è: una mortificazione per le tante famiglie costrette ad affrontare problemi oncologici”. Infine, i programmi e le strategie: “Innanzitutto un programma vero e serio di sburocratizzazione che liberi aziende e cittadini da tanti lacci e lacciuoli. Cancellando norme e leggi, come già avevo iniziato a fare, eliminandone 150. Il Governo pensa di abbattere la contribuzione per sei mesi? In Campania dobbiamo fare di più, spingendoci su una decontribuzione totale e per tre anni, attingendo ovviamente a risorse europee. Infine bisogna lavorare per il taglio degli spread: quello sulle addizionali regionali, che ci vede con aliquote molto più gravose rispetto a regioni del nord; ma anche quello sul credito, che rende il costo del denaro, al Sud e in Campania in particolare, molto più caro che in altre parti del Paese”.

Le altre risposte

Nelle domande che sono seguite, approfondimenti e riflessioni su rifiuti e sanità. “Sui rifiuti – ha detto Caldoro - sono dell’avviso che sia il momento di togliere alle Regioni ogni competenza per iniziare a ragionare per macroregioni. Già oggi, del resto, conferiamo rifiuti in altre Regioni”. Sul fronte sanitario Caldoro ha rispolverato una sua proposta all’allora ministro per la Sanità, Beatrice Lorenzin (finanziata con fondi europei): “Il Covid ci ha insegnato che l’ospedalizzazione non sempre è la soluzione ed anzi può aggravare situazioni di emergenza. Già allora io proponevo una nuova medicina del territorio non centrata solo sui medici di famiglia ma anche su ospedali di comunità, filtri di comunità, li definivo io. Filtri che limitassero l’ospedalizzazione ai casi più gravi”.

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