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Adesione al decreto "Salva Città", Celano (Fi) e il gruppo Oltre contro il Comune di Salerno

Il consigliere comunale di centrodestra attacca la Giunta del sindaco Enzo Napoli e paventa ripercussioni finanziarie sulle famiglie del capoluogo

“L'Amministrazione di Salerno decide l'adesione al decreto "Salva Città". Non avevamo dubbi ed abbiamo da tempo annunciato che la Giunta Municipale sarebbe stata costretta, non avendo scelta ed altre soluzioni, in virtù delle drammatiche condizioni economiche e finanziarie in cui versa l'Ente”. Lo denuncia il capogruppo di Forza Italia-Udc-Nuovo Psi Roberto Celano che torna a prendere di mira l'operato della Giunta guidata dal sindaco Vincenzo Napoli.

Le critiche del centrodestra

Sulla possibile adesione al decreto governativo “Salva Città”, nei giorni giorni, si era aperto il dibattito con l'assessore comunale Paola Adinolfi che non aveva escluso questa decisione, come d'altronde stanno facendo altri capoluoghi. “Avevamo ragione, anche questa volta, quando parlavamo di condizioni almeno di pre-dissesto per le casse del Comune. L'adesione al Salva Città non comporta alcun beneficio finanziario per Salerno, nessun trasferimento di risorse è previsto per i Comuniche, trovandosi nelle condizioni di difficoltà previste dalla norma (e Salerno è la città d'Italia tra quelle non metropolitane con il più elevato disavanzo pro capite!), potranno sottoscrivere un contratto con il governo (aderendo al Salva Città) che prevede, "in cambio" di una sorta di commissariamento, la sospensione dei termini della procedura di dissesto per i primi due anni del piano. Si tratta di un vantaggio non indifferente unicamente per gli amministratori che ci hanno condotto sul baratro del dissesto, che godranno di una sorta di salvacondotto per le responsabilità politiche e patrimoniali e relative conseguenze, previste dall'art. 248 del Tuel".

Per l'esponente berlusconiano, dunque, "pagheranno, purtroppo, ancora i cittadini di Salerno. Il piano di rientro oggetto del contratto sarà infatti incentrato sull'aumento dell'addizionale Irpef (nella circostanza si potrà andare oltre l'aliquota massima aggiungendo un ulteriore 2 x 1000!), sulla riduzione delle spese correnti per il 2%, sulla vendita del patrimonio, sull'aumento dei canoni, sulla riduzione della spesa del personale e sulla razionalizzazione delle partecipate. Pagheranno, dunque, i Salernitani cui, ormai da tempo, non vengono assicurati neppure i servizi essenziali, nonostante da anni siano sottoposti ad una tassazione incresciosa, la più alta d'Italia. Si è costretti ad aderire, dunque, facendo pagare alla città il conto salatissimo dell’incapacità di chi ha governato per oltre 5 lustri la città, cementificando ogni spazio (pur di incamerare risorse), dissipando risorse per finanziare il consenso, lasciando la città sul lastrico. Dove sono finite le ingenti risorse acquisite dalle tasse dei Salernitani? E dalla già consistente svendita del patrimonio cittadino? E dagli oneri derivanti alle speculazioni edificatorie diffuse in ogni quartiere della città? È l'ora che i Salernitani aprano definitivamente gli occhi e prendano coscienza della drammaticità delle condizioni in cui il sistema ha ridotto la città. Basta racconti favolosi, frottole e rimballi di responsabilità, chi ha governato Salerno per quasi 30 anni in maniera così maldestra, per pudore, dovrebbe lasciare il disturbo!” conclude Celano.

Il gruppo Oltre va all'attacco: 

L'adesione del Comune di Salerno al decreto "Salva Città" certifica il disastro dell'attuale amministrazione. Quello che il Gruppo Oltre, insieme ad altri esponenti dell'opposizione, denuncia da tempo è puntualmente avvenuto. Le drammatiche condizioni finanziarie dell'ente impongono a chi è al governo della città di seguire l'unica strada in grado di bloccare, ma non evitare del tutto, la procedura di dissesto. Il "Salva Città" consente agli incapaci amministratori responsabili del fallimento di avere una sorta di copertura di legge per le loro responsabilità. Il conto, però, lo pagheranno come sempre i cittadini. Il decreto, infatti, prevede un aumento delle tasse e una serie di tagli alla spesa pubblica. Più nello specifico: il Comune di Salerno aumenterà l'addizionale Irpef oltre l'aliquota massima, ridurrà la già esigua spesa corrente di un ulteriore 2%, venderà quel poco che è rimasto del patrimonio pubblico, dovrà intervenire sulle partecipate forse anche con dolorosi tagli al personale. In altre parole i protagonisti dello scempio, e in generale tutta la congrega che governa Salerno da anni, possono continuare a fare danni sulle spalle dei cittadini. Sarebbe ora di capire come sono stati sperperati, in tanti anni, milioni di euro e come mai nonostante i cittadini di Salerno paghino le tasse più alte d'Italia i servizi siano inesistenti e i buchi di bilancio sempre più consistenti.  Amministratori con un minimo di dignità e senso del pudore sarebbero gia a casa a nascondersi. Ma qui a Salerno, non esiste limite alla vergogna.

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