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Sanatoria e regolarizzazione per gli stranieri: l'urlo dell'Usb in piazza Amendola

L'obiettivo è commemorare le migliaia di migranti vittime della spietatezza dei governi occidentali, chiedere la fine del regime dei decreti anti-migranti ed esigere lo sblocco delle regolarizzazioni e il varo di un nuovo piano nazionale per l’accoglienza e l’integrazione

Si è tenuto anche in piazza Amendola, a Salerno, stamattina, il presidio dell’Unione Sindacale di Base per chiedere l’immediata applicazione dei Decreti Legge 34 e 130 e "per gridare basta con le stragi di migranti che proseguono nel Mediterraneo nella più totale indifferenza del governo italiano e dell’Unione Europea, preoccupati unicamente di schierarsi dalla parte di schiavisti e caporali". Stragi non soltanto in mare ma anche sulla terraferma, dove i migranti – convinti di aver raggiunto una destinazione sicura – si scontrano invece con una realtà di sfruttamento e di miseria, confinati come sono nel limbo dei senza diritto.

La nota dell'Usb

"I provvedimenti per riparare ai danni fatti da Salvini sono stati i decreti “Bellanova” e “Lamorgese”, che si sono rivelati decreti truffa: a un anno dalla loro approvazione più di 200.00 lavoratori (esattamente 207.542), dopo aver versato al posto dei datori di lavoro oltre 600 euro a testa (per un totale di quasi 125 milioni finiti nelle casse dello Stato), si ritrovano ancora nella stessa condizione ante-decreti. In aperto contrasto con il decreto “Lamorgese”, che teoricamente permette un ritorno alla legalità parziale di buona parte delle vittime dei decreti Salvini, una circolare del Ministero dell’Interno stesso ostacola inoltre la presentazione delle domande, impedendo nuovamente a centinaia di migliaia di lavoratori di riemerge dalla illegalità, dallo sfruttamento e dal lavoro nero.

Alla farsa della sanatoria e della regolarizzazione, ora aggiungiamo il mancato rinnovo della proroga dei permessi di soggiorno che scadranno il 30 aprile. Dal Primo Maggio saranno così nuovamente irregolari centinaia di migliaia di lavoratori ai quali è stato negato il diritto di regolarizzarsi e di potersi giovare anche delle cure sanitarie in una situazione di emergenza pandemica.

Per rivendicare con forza il diritto e la dignità di tutti quei lavoratori oggi sfruttati e ricattati, stamattina, manifestanti in piazza in 12 città italiane per ricordare al governo che "siamo ancora in uno stato di diritto, dove l’applicazione delle leggi deve essere quantomeno garantita".

 
 

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