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Sciolto il Comune di Scafati, l'ex sindaco Aliberti: "Leggeremo le motivazioni, pronti a ricorrere al Tar"

Si anima il dibattito politico in città dopo la decisione del ministro Minniti di sciogliere l'amministrazione comunale dell'Agro nocerino sarnese. La maggioranza uscente rivendica il suo opera, dure le opposizioni

Dopo lo scioglimento per infiltrazioni camorristiche del Comune di Scafati, da parte del ministro Minniti, l’ex primo cittadino Pasquale Aliberti, finito al centro di un’inchiesta della Direzione Antimafia che lo ha portato alle dimissioni, commenta: “Non sono più sindaco ma sono certo della legittimità degli atti prodotti e della camorra che sempre abbiamo tenuto a distanza, adottando anche atti forti. Leggeremo le motivazioni e insieme agli avvocati valuteremo, da subito, un eventuale ricorso al Tribunale Amministrativo. È giusto che paghi chi ha commesso errori, non è giusto – avverte Aliberti - penalizzare una comunità se non ci sono chiari e validi elementi di condizionamento. È una battaglia di giustizia nei confronti degli scafates  i tutti perché sono certo che il sindaco e i loro rappresentanti istituzionali li hanno scelti sempre in libertà e nella democrazia”.

LE ALTRE REAZIONI

Intanto prendono posizione anche i consiglieri e assessori che hanno fatto parte della maggioranza uscente: “Attendiamo fiduciosi le motivazioni che hanno indotto a tale decisione. Scioglimento a cui è possibile presentare ricorso avendo in noi consapevolezza nell' aver visto agire in ogni occasione questa amministrazione con trasparenza e correttezza. Non in modo solo formale ma sostanziale. Alla luce di tale certezza, difenderemo sempre questa esperienza politica e amministrativa con la speranza di far valere la verità”.

Sulla questione interviene anche l’ex consigliere comunale Marco Cucurachi (Pd): “Ora è ufficiale, la Camorra era nelle Istituzioni e ha condizionato la vita amministrativa della nostra città, facendola tornare indietro di 30 anni. Non ci sono alibi, non ci sono scuse, chi ha governato in questi otto anni, accusando l’opposizione vera di tutto e di più, ha la responsabilità delle estreme e nefaste conseguenze del fallimento politico, così come abbiamo sempre segnalato nei consigli comunali, nelle commissioni, nei dibattiti e nelle Piazze. Abbiamo sempre detto la verità agli scafatesi per amore, per estrazione ed appartenenza. Ci aspetta un periodo di gestione straordinaria, che culminerà con la rinascita dei valori e delle identità delle persone”.

Sulla stessa linea Angelo Matrone (Fratelli d’Italia-An): “Scafati ha subito l’onta del secondo scioglimento dopo il primo negli anni Novanta. Si tratta di una pagina tremenda, di cui deve ritenersi responsabile l’intera classe politica cittadina. Che quanto successo oggi ci sia da lezione per i prossimi anni. Abbiamo regalato alla comunità una delle più brutte pagine di storia. Adesso si riparta da zero, dando vita anche a una rivoluzione interna in Municipio. Appalti, incarichi e società partecipata vanno analizzata sulla scorta di quanto deciso oggi. Abbiamo vissuto otto anni difficili e tremendi, che adesso paghiamo inesorabilmente. Inutile parlare di elezioni o alleanze, visto che si andrà a votare almeno tra due anni. Scafati ha perso la faccia. Il merito va a chi l’ha governata fino a dicembre. Qui non si tratta di essere oppositori feroci. Voglio vedere chi ha il coraggio di definire il Governo Gentiloni nemico dell’ultima maggioranza che abbiamo avuto in città”.

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