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Uffici comunali chiusi o con file lunghissime: nuovo appello al ministro Lamorgese

Le associazioni “Help Tutela e Sostegno dei Consumatori” e “Salute e Vita”, insieme al consigliere comunale di Salerno Giampaolo Lambiase, chiedono la risoluzione dei problemi sollevati dalle tante segnalazioni ricevute nelle ultime settimane

Le associazioni “Help Tutela e Sostegno dei Consumatori” e “Salute e Vita”, insieme al consigliere comunale di Salerno Giampaolo Lambiase, chiedono la risoluzione dei problemi sollevati dalle tante segnalazioni che hanno ricevuto riguardo due disservizi, anche negli ultimi giorni: da un lato, la chiusura totale o parziale di tutti gli uffici comunali per mancanza di personale e, dall’altro, “l’inefficienza, la disorganizzazione e la lentezza nel rilascio di documenti di riconoscimento e certificazioni anagrafiche”. Infatti, sebbene non sia più richiesta la prenotazione, “riuscire ad ottenere un certificato in uno dei pochissimi uffici comunali aperti, resta un'impresa titanica”.

Le criticità 

Le due associazioni denunciano: “In una città di 130 mila abitanti, abbiamo avuto la quasi totalità degli uffici chiusi nella prima metà di agosto. La sede centrale di via Picarielli non rilascia il rinnovo della carta d’identità; dal 16 agosto, escludendo la sede di via Roma che risulta aperta le mattine ed un solo pomeriggio a settimana, la sezione di Giovi è attualmente chiusa e dal 19 agosto aprirà solo un’ora a settimana, mentre quelle di Pastena e di Fuorni risultano operative, alternandosi, la prima appena due mattine a settimana e la seconda tre, ed entrambe solo per un pomeriggio a settimana e solo per un’ora. Ricordiamo che, già ben prima della pandemia, gli uffici comunali di Fratte, Ogliara e Vestuti non sono più aperti, mentre la sede ospedaliera è chiusa per emergenza Covid-19”. Per “Help tutela e Sostegno dei Consumatori” e “Salute Vita” “tutto questo resta inaccettabile in una città popolosa come Salerno. Ed inaccettabile è un sindaco incapace di programmare un turn over e di comprendere e prevedere che i suoi impiegati sarebbero andati in pensione per anzianità, causando un danno gravissimo alla cittadinanza. A nostro avviso c’è una vera e propria violazione dei diritti personali a partire da quello costituzionale di uguaglianza per i cittadini che devono essere trattati allo stesso modo, senza alcun tipo di distinzione rispetto ad altre città dove tali inadempienze amministrative non si verificano”.

I casi 

Un’associata ha raccontato che, recandosi all’ufficio di Pastena, nell’unico pomeriggio in cui l’ufficio era aperto dalle 16 alle 17, ha trovato una fila interminabile: sono stati gli stessi cittadini che, quella mattina, hanno atteso inutilmente ed avevano preso i numeri prima della chiusura, ma in ogni caso senza alcuna certezza di poter entrare durante l’apertura pomeridiana. “A questa persona, le guardie giurate hanno detto esplicitamente, e purtroppo realisticamente, che era inutile per lei attendere, perché non ci sarebbe stata possibilità di entrare quel giorno”. Un’altra testimonianza riguarda la sede di via Roma, che avrebbe un solo impiegato il quale, alle ore 11, comunicherebbe alle persone in fila che, per ogni carta d’identità da fare, impiega dieci minuti e, dunque, invita a farsi i conti di quante ne potrà fare entro le 13. “Con buona pace di chi ha perso, in tal modo, inutilmente un giorno di lavoro o di ferie. Alle file interminabili si associano i telefoni che squillano a vuoto: insomma, il caos più totale. Con l’aggravante di un sindaco che non accenna a trovare una soluzione. Le chiusure degli uffici comunali, infatti, hanno avuto inizio già nel corso del 2019 e sono da imputare alle cattive scelte compiute dall’amministrazione comunale, certo non al personale degli uffici pubblici (con il quale siamo solidali), ma solo ed esclusivamente alle scellerate valutazioni politiche di un’amministrazione comunale che non ha avuto l’intelligenza e la prontezza di sostituire i dipendenti comunali che andavano in pensione e, di fatto, in questo modo, ha smantellato l’ufficio anagrafe e dei servizi demografici”.

L’appello finale:

“Nella prima istanza, lo scorso mese di maggio, l’appello al Ministro degli Interni è caduto nel vuoto e ci chiediamo perché non abbiamo ricevuto alcun impegno da parte del Governo, visto che sono servizi dati per conto dello Stato, tanto che la Carta di Identità Elettronica è un documento di identificazione emesso dal Viminale. Riteniamo sia necessario che intervenga il Governo centrale perché, l’amministrazione del territorio, purtroppo, non è in grado di ripristinare una gestione efficace, ma qualora non ricevessimo, anche stavolta, alcun riscontro da parte del Ministero degli Interni, vuol dire che c’è una complicità palese con chi, da incapace, amministra la città di Salerno, e valuteremo pertanto l’ipotesi di adire le vie legali per l’inadempienza della Pubblica Amministrazione nei doveri di trasparenza, efficacia ed efficienza, nonché di richiedere un risarcimento danni e soprattutto di denunciare queste gravi violazioni alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo a Strasburgo”.

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