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Ospedale Ruggi, ricerca a cura della Neurochirurgia su una rivista internazionale

Una nota rivista americana del Gruppo "Nature", infatti, ha pubblicato un articolo scientifico a cura del neurologo Giovanni Torelli, e dei medici della U.O.C di Neurochirurgia, dell'AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona di Salerno

L'ospedale Ruggi finisce alla ribalta internazionale. Una nota rivista americana del Gruppo "Nature", infatti, ha pubblicato un articolo scientifico a cura del neurologo Giovanni Torelli, e dei medici della U.O.C di Neurochirurgia, dell'AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona di Salerno dedicato ad una ricerca che dimostra, sulla base di esame obiettivo, che nei pazienti con idrocefalo normoteso, i sintomi neurologici insorgono ben prima della positivizzazione da covid 19, rilevata in seguito a tampone molecolare, in soggetti non vaccinati.

La ricerca

Questi pazienti, come è stato appurato, erano negativi al covid durante la visita, ma lo hanno sviluppato successivamente, dopo riscontro molecolare o antigenico a distanza di 48 ore, con sintomi neurologici che hanno preceduto la positività dell'infezione, e con danni causati appunto da una sfalzata tempistica. "L'importante ricerca - si legge nella nota del Ruggi - palesa quindi, per la prima volta al mondo, e relativamente all'idrocefalo normoteso, che la comparsa del virus anticipa la diagnosi stessa, e circoscrivendo i  limiti di azione, si evidenziano  ripercussioni sull'inizio delle cure e sulle terapie. Il covid in questo caso, dimostra di avere una propria patogenicità, soprattutto a livello polmonare e respiratorio ma è considerato anche un acceleratore di altre patologie come l'idrocefalo normoteso, alla luce di questa e di altre scoperte". "La nostra è un' osservazione che si basa su pochi casi - dichiara il dottore Toriello  ma è sopratutto uno stimolo per la comunità scientifica che ci rende disponili alla compartecipazione e alla promozione di altre ricerche e a lavori di squadra, consentendo studi che permettano ulteriori progressi, affinché si chiariscano meglio i meccanismi alla base di idrocefalo e covid. È necessario  aggiunge Torelli -  individuare le conseguenze a lungo termine del covid, ed essere in condizione di usufruire di metodiche diagnostiche più sensibili, per rilevare le infezioni sin dalla loro reale insorgenza, e scongiurare quindi la possibilità che il covid possa essere un acceleratore di altre patologie. Il malato è sempre il miglior alleato nella lotta alla malattia, conclude, e questa  scoperta scientifica è dedicata alle numerose vittime del covid e ai colleghi medici che si sono immolati durante i periodi più critici che abbiamo attraversato".

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