
Voleva bere gratis, accoltellò connazionale: cade l'accusa di tentato omicidio
L'indagato si era difeso dinanzi al gip, spiegando di aver reagito ad una prima aggressione.
L'indagato si era difeso dinanzi al gip, spiegando di aver reagito ad una prima aggressione.
L'accusa era di tentato omicidio per la gambizzazione eseguita contro l’imbianchino paganese in via Casa Marrazzo, nella primavera 2020.
Cinque anni e sei e cinque anni e otto le pene, con sconto rispetto al primo grado di circa tre anni.
Per 10, appartenenti al “gruppo del centro storico”, l’accusa era di tentato omicidio, due quali esecutori materiali e otto per concorso anomalo, e di rissa aggravata, mentre i cinque ragazzi della zona orientale sono stati considerati responsabili della sola rissa aggravata
C.R. aveva chiesto che non gli fosse riconosciuta la continuità dei reati tra il duplice omicidio di 32 anni fa a Capaccio, quando furono uccise due persone, zio e nipote e quello avvenuto un mese prima, a Battipaglia, quando a morire fu un cutoliano. Oltre al tentato omicidio di Nocera Inferiore il 3 novembre 1990
Durante l'interrogatorio, l'uomo spiegò di non voler uccidere il suo vicino di casa, accusato - da lui stesso - di averlo aggredito tempo prima, insieme ad altre due persone.
L’agguato fallì il 13 aprile scorso sul territorio comunale San Marzano sul Sarno. La vittima fu seguita e pedinata, poi ferita nella periferia della città marzanese, con 14 colpi di pistola esplosi in rapida successione
L'episodio risale al 26 dicembre scorso, all'esterno di un bar.
Ad indagare i carabinieri della stazione locale, dopo l'identificazione della vittima, che spiegò quanto gli era accaduto
I giovani sono accusati di rissa aggravata, tentato omicidio e danneggiamento. I provvedimenti sono stati emessi dal Questore di Salerno
Per il ragazzo l’accusa è di tentato omicidio ed ora trattenuto in un centro di prima accoglienza in attesa dell’udienza di convalida del suo fermo.
I consulenti saranno nominati oggi in aula, per stabilire le cause della morte, in una prima relazione, e per analizzare le macchie sulla maglietta del padre, Giuseppe Passariello, intrista secondo la difesa del vomito della figlia, così come sul cuscino ritenuto l'oggetto usato per soffocare la piccola.
Si è difeso spiegando di essere stato aggredito, chiedendo scusa per quanto commesso: così il 70enne finito ai domiciliari per tentato omicidio e detenzione di arma di fronte al giudice, nel corso dell’udienza di convalida di giorni fa.
I fatti risalgono alla notte tra il 1 e 2 novembre 2018 quando - secondo la tesi della Procura - il 20enne insieme ad altri giovani paganesi, si recò presso una discoteca metelliana per trascorrere la serata
I quattro furono identificati dopo gli accertamenti sul posto svolti dai carabinieri, tra video e testimonianze raccolte nelle immediate vicinanze di via Casa Marrazzo.