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Eboli, in scena uno spettacolo teatrale con i detenuti nel carcere

Il Garante Ciambriello: "Il teatro, come la musica, crea emozioni, libera energie, promuove relazioni"

Oggi si è tenuto lo spettacolo teatrale promosso dalla Cooperativa Sociale Fili D’Erba, presso l’Istituto di Custodia Attenuata per Tossicodipendenti di Eboli. Una giornata all’insegna delle emozioni e dell’affetto, con la presenza dei familiari dei ristretti. In scena la storia di un piccolo ladruncolo che ruba un anello di San Gennaro e pur di non essere denunciato mette in atto una truffa, dando voce al Santo che accetta i miracoli dei fedeli. Il laboratorio teatrale è stato promosso dalla Cooperativa Fili D’Erba, con la regia di Bruno di Donato che insieme ai detenuti ha scritto la sceneggiatura: “Gli uomini si giudicano per il potenziale che hanno, non per quello che hanno fatto. Il teatro e la bellezza salveranno il mondo” ha dichiarato il regista alla conclusione dello spettacolo.

Il progetto

Sono state dieci le persone detenute che hanno preso parte al laboratorio durato un centinaio di ore, persone che quotidianamente cercano di riscattarsi: “Io andavo a scuola, faccio teatro qui e mi do da fare”, ha raccontato il detenuto Adriano. Presente anche il Direttore dell'Istituto, Paolo Pastena: “La partecipazione dei familiari alla giornata di oggi è la cosa più bella. Un pubblico qualificato e coinvolto. I detenuti hanno partecipato con entusiasmo all’attività teatrale e auspicano alla realizzazione di altri laboratori. Per loro è stato emozionate esibirsi davanti a persone così importanti per loro”. Il Direttore ha ringraziato anche il Garante campano dei detenuti, Samuele Ciambriello, definendolo il primo amico tra gli amici con cui cooperare per realizzare progetti simili.

Il Garante Ciambriello ha dichiarato: “Ringrazio il direttore, l'area educativa, la polizia penitenziaria e tutti i volontari che lavorano nel carcere e dimostrano che gli angeli esistono. Davanti ai familiari e ai figli, oggi i detenuti devono ricordarsi delle responsabilità che hanno. Non importa quante volte si cade, perché l'importante è avere il coraggio di rialzarsi sempre. Il teatro, come la musica, crea emozioni, libera energie, promuove relazioni”.All’interno dell’iCAT sono presenti 44 detenuti, di cui uno esce a lavorare all’esterno ex art. 21 O.P., cinque svolgono lavori di pubblica utilità, presso associazioni di volontariato e presso il Museo di Eboli, mentre un altro detenuto esce per svolgere volontariato in una comunità di accoglienza per i bambini.Il Garante campano delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale ha così concluso “Su 6.804 detenuti in Campania, i 44 detenuti dell’ICAT sono dei privilegiati, perché stanno avendo una possibilità concreta. Ci muoveremo per continuare i laboratori ed iniziare nuovi progetti verso l’esterno”.

All’interno del carcere, oltre al laboratorio di teatro, è stato organizzato anche quello di restauro del legno. Inoltre, i detenuti sono impegnati anche in un progetto di giornalismo pubblicando articoli mensilmente sulla rivista di informazione sociale “Diversamente Liberi” dell'Associazione di Promozione Sociale “Mi girano le ruote”. I ristretti si impegnano nella gestione della cucina, cucinando quotidianamente per tutti i detenuti. All’incontro erano presenti anche il comandante della polizia penitenziaria Lancellotta Gianluigi ed il pastore evangelico Bruno Stellavato.

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