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La Salerno della cultura

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di SalernoToday

Sui social l’amministrazione annuncia di produrre cultura, che l’estate vedrà la realizzazione di una fantastica kermesse artistica che richiamerà turisti ed appassionati creando bellezza, economia e lavoro”. Proprio qui è il problema. Da un lato, l’amministrazione sembra convinta di produrre cultura quando invece la cultura andrebbe programmata uscendo dall’ottica di guadagno economico che ha fatto tanto male al settore. Dall’altro, a Salerno la cultura o è “kermesse” (il termine esprime già da solo un’intera visione culturale e politica) isolata in un calendario per il resto deserto di appuntamenti oppure non ha diritto di cittadinanza. E’ quanto accade, ad esempio, anche al Teatro Verdi: spazio non utilizzato al massimo delle sue potenzialità, eventi costruiti per sembrare d’eccezione, costi dei biglietti esorbitanti: ed ecco che arriva il placet di Palazzo di città. In ultimo, le iniziative di cui si esulta sono sempre le stesse, organizzate sempre dai soliti per pochi giorni all’anno e per un pubblico ristretto, e basta guardare alle iniziative per cui c'è la disponibilità anche quest'anno dell'Arena del Mare. Coraggio Salerno invece afferma a chiare lettere che la vita culturale di una città non può puntare esclusivamente su poche manifestazioni episodiche - come la pur valorosa Estate Salernitana che ha però subito razionalizzazioni di spesa che non promettono nulla di buono per il futuro - e che configurano, per di più, un accesso riservato a un pubblico d’elite, tanto economica quanto di background culturale: eventi fatti per chi alla cultura accede già largamente e abitualmente. Salerno, invece, è ricca di associazioni, gruppi, realtà culturali che lavorano e combattono quotidianamente per costruire una vita culturale ricca, continua, che innervi profondamente il tessuto sociale della città: sono quelle stesse iniziative che vengono adesso, dopo la promettente apertura dell’estate 2020, sacrificate in favore di poche grandi manifestazioni poco accessibili: è davvero così che si crede di far ripartire la città, di ripopolare le piazze, di far rivivere la comunità? Cosa si farà a Salerno negli altri mesi dell’anno? Quanti altri grandi nomi il sindaco riuscirà ad attirare, magari in pieno inverno, per l’ennesimo spot elettorale? Non è la nostra idea di cultura cittadina. Ci sono realtà giovani, combattive, appassionate, che “producono” cultura in tutte le stagioni, con dedizione, fervore di idee, sacrifici: esperienze partecipate, che vengono dal basso, che rispondono ad esigenze culturali nuove e diversificate, e hanno bisogno (loro sì, ben più di una collezione di grandi nomi, a cui pure daremo il benvenuto) di promozione, sostegno, visibilità. Chi pensi di ignorarle, dimostra di avere una visione povera, asfittica ed elitaria di cosa sia Salerno, una visione che abbiamo intenzione di cambiare

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