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"Non riesco a chiedere l'affidamento legale": la lettera-appello di una zia

"Mi chiamo Y. P., vivo a Salerno, sono 17 anni che sono in Italia ed, ovviamente, ho tutti i documenti in regola. La mia lettera non vuole essere né un lamento né una denuncia, ma voglio solo sia fatta la luce su questa situazione abbastanza delicata"

Una nostra lettrice, Y.P., ci ha scritto una lettera-appello per rendere nota la situazione che sta vivendo insieme al suo nipotino M., di soli 9 anni. 

La lettera

Mi chiamo Y. P., vivo a Salerno, sono 17 anni che sono in Italia ed, ovviamente, ho tutti i documenti in regola. La mia lettera non vuole essere né un lamento né una denuncia, ma voglio solo sia fatta la luce su questa situazione abbastanza delicata.

Si tratta di mio nipote, M., che da circa tre anni vive insieme a me qui a Salerno. M. è il figlio di mia sorella che ha problemi economici e vive in Ucraina con altre due figlie. Ovviamente mi sono resa assolutamente disponibile a crescere questo bimbo. Ora lui ha 9 anni, frequenta una scuola ed una parrocchia di Salerno. Il problema e che da circa due anni sto aspettando affidamento legale. Pur avendo tutte le carte in regola, non riesco a smuovere questo apparato burocratico che è più grande di noi, piccoli semplici cittadini. Quello che manca è solo una relazione che deve essere redatta da un'assistente sociale, ma ogni volta che vado, dice che ha molto lavoro e non avuto ancora il tempo di mettere le mani sulla nostra pratica.

A causa di questi ritardi, sono scaduti già tutti i certificati che io le ho fornito due anni fa e per rifare tutto da capo mi ci vorrà una vita. Ma poi perché?  Non avrei fato nessun tipo di allarmismo e aspetterei ancora in silenzio, ma non è giusto che quel povero bambino debba vivere da clandestino nonostante sia nato a Salerno. Non posso richiedere l'assegnazione del medico di base, fargli la residenza, portarlo ad un'altra scuola, fargli fare una gita o altro. Perché un bambino deve vivere in queste condizioni?

Il mio è un urlo disperato, perché non vedo come uscirne.

Chiedo aiuto a fare luce su questa vicenda in modo che le autorità ci consentano di sistemare al più presto possibile questa pratica e non mi mandino più a "prendere il sale", come si suol dire. Sono disperata  poiché non so cosa altro fare, a quale porta bussare. Questo bambino non ha nessun diritto, nessuna residenza , nessuna possibilità di integrarsi in questa città che tanto amiamo.

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