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Storie di vita, arriva il lieto fine per Victory: da Salerno un segno di speranza, oltre ogni difficoltà

La storia a lieto fine di Victory ricorda come si possa contribuire, nel proprio piccolo, ad un mondo più umano. A fargli visita personalmente nella comunità che lo accoglie, la vicesindaca Paky Memoli, assessore alle Pari Opportunità che, nonostante il maltempo e anche al prezzo di una lieve caduta che le ha provocato ginocchio gonfio e ghiaccio, gli ha portato il suo saluto

"Dopo il verbo amare, il verbo aiutare è il più bello del mondo": se ci si sofferma a guardare gli occhi luminosi di un ragazzo prima solo ed oggi "rinato" e quelli di chi lo ha salvato, ridonandogli speranza, è possibile avere conferma di quanto questa riflessione sia autentica. E' arrivato il tanto sperato lieto fine per Victory, il giovane nigeriano con disagio psichico che, finalmente, dopo tanto penare, ha ottenuto un posto in una comunità idonea ad ospitarlo. Seguito in ogni suo passo dalla cooperativa sociale Galahad che, per mero spirito umanitario, non gli ha fatto mai mancare supporto materiale e morale,  Victory, sul cui bagaglio di esperienze pesa un grave episodio traumatico che gli ha segnato l'esistenza, era stato segnalato al Settore delle Politiche Sociali e al Centro di Igiene Mentale di Salerno e, dunque, preso in carico ed inizialmente trasferito in clinica. Proprio il Settore delle Politiche Sociali, con il Cim, aveva avviato l'iter per compensare da un punto di vista sanitario Victory e programmare successivamente la commissione Uvi (Unità Valutazione Integrata), per collocarlo in una comunità protetta. Intanto, la sua famiglia, in Africa, dopo il trauma che aveva stravolto il nigeriano, non ne aveva notizie da tempo, ma, attraverso l'impegno della cooperativa, è riuscita a tornare in contatto con lui. Una storia commovente, complessa anche da ripercorrere a parole, quella di Victory che, nonostante ogni difficoltà, non ha mai smesso di sognare di riprendere in mano la sua vita, apparentemente perduta. 

L'intervento

A prendere a cuore il caso del giovane, anche la vicesindaca Paky Memoli, assessore comunale alle Pari Opportunità che, venuta a conoscenza della storia del nigeriano, si è recata immediatamente, in un giorno festivo, presso la clinica che lo ospitava, conoscendolo ed avviando un prezioso dialogo costruttivo con lo psichiatra Germano Fiore, direttore dell'Unità Operativa di Salute Mentale 7 ASL Salerno, al fine di far trasferire il ragazzo in una comunità idonea, come da lui stesso, da tempo, richiesto. La dottoressa Paky Memoli, inoltre, ha contribuito personalmente a farsi carico delle esigenze di Victory, sostenendo i volontari di Galahad nell'aiutare il giovane e seguendo la vicenda per garantirne la risoluzione nei più rapidi tempi possibili. Così, Victory, lunedì, ha fatto il suo ingresso in una comunità salernitana, con la sua inseparabile chitarra: la vicesindaca, ieri, insieme ai volontari, si è recata presso la struttura, nonostante il maltempo e anche al prezzo di una caduta per le scale che le ha provocato ginocchio gonfio e ghiaccio. Nulla di grave, fortunatamente, per la vicesindaca che non ha rinunciato a fare visita a Victory insieme ai volontari, per portargli il suo saluto istituzionale e confermargli appoggio sanitario, ricordandogli che non sarà mai più solo. Il giovane, dunque, sorridendo, ha ringraziato tutti per aver fatto per lui quanto, in fondo, avrebbe fatto una vera famiglia. Quello che sembrava un destino già scritto ha sorprendentemente cambiato direzione: è appena iniziata la seconda opportunità per Victory che, seguito dalla vicesindaca Memoli e dal dottor Fiore, potrà adesso ricominciare a vivere, lasciandosi alle spalle il male subito e la vita da "clochard per caso" in cui era finito, ma che non gli era mai appartenuta. Sorrisi e occhi lucidi, perchè il giovane, senza mani tese, sarebbe vissuto per sempre tra quelle sofferenze e quella disumanità purtroppo da lui già ben conosciute. Ed anche perchè il porre fine ad una singola ingiustizia commessa verso un solo uomo, in fondo, accende una luce di speranza nel porre fine alle ingiustizie verso l'intera umanità. 

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