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"L'Orto Di...Pinto" e il roseto di Santa Rita: a Cappelle sbocciano nuove speranze

"L'orto c'era, come Pinto, ma non lo riuscivamo a vedere", osserva il parroco Don Marco Raimondo che ha inteso dedicare il nuovo spazio ad Enzo Pinto, 54enne di Matierno che ha lottato contro un brutto male, supportato e incoraggiato dalla comunità parrocchiale che gli aveva restituito fede e speranza come prospettive nuove, dimenticando "le erbacce e i rovi" della rassegnazione e della disperazione

Una piccola oasi di pace, al profumo di speranza e di quei sogni più forti di ogni tempesta: "sboccia" a Cappelle, l'Orto Di...Pinto, presso l'oratorio Giovani Speranze della chiesa di San Giovanni Battista guidata dal parroco don Marco Raimondo. Sabato sera, il taglio del nastro del nuovo giardino che, come osservato da don Marco, "deve esserci sempre stato oltre la rete e quell'edera che avevano fatto dimenticare quel prezioso angolo verde, dove le erbacce avevano preso il sopravvento su un fertile suolo, sulla terra della comunità". Tuttavia, una rosa rampicante che fioriva ogni primavera, suggeriva la possibilità di scoprire colori e meraviglie dimenticate, al di là del lucchetto arruginito: "L'orto c'era, come Pinto, ma non lo riuscivamo a vedere", incalza Don Marco che ha inteso dedicare il nuovo spazio ad Enzo Pinto, 54enne di Matierno che ha lottato contro un brutto male, supportato e incoraggiato dalla comunità parrocchiale che gli aveva restituito fede e speranza come prospettive nuove. Purtroppo Pinto non ha vinto la sua battaglia, ma, fino all'ultimo, non è rimasto mai solo e ha incarnato la metafora evangelica del seme che, se caduto in terra, non muore, ma porta frutto.

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L'iniziativa

 "L'Orto Di...Pinto", dunque, rappresenta un segno di memoria e rinascita per l'intera comunità, affinchè si continui a credere nel Bene oltre ogni ostacolo, consapevoli che "non c'è sforzo di amore sotto il cielo che non porti frutto, in qualche modo", come ricordato dal parroco. Sull'albero dietro all'altare, la statua della Regina della Pace accanto alla croce e, sullo sfondo, un percorso di rose per giungere a Santa Rita, a cui ieri la comunità ha affidato le sue preghiere. A "monitorare" i lavori di realizzazione dello splendido luogo, anche Jack, il cagnolone di quartiere che frequenta le parrocchie di Matierno e Cappelle, seguendo i passi di Lina, collaboratrice del parroco e, dunque, fungendo da mascotte di ogni iniziativa messa in campo per la comunità. "Consegniamo questo orto-giardino a chi vorrà coltivarlo e trasformarlo: è una scuola di vita, un luogo di preghiera e di fratellanza e seminiamo nei suoi solchi il buon seme", ha concluso don Marco che ha commosso grandi e piccini, pronti a rimboccarsi le maniche e a prendersi cura del luogo ameno finalmente restituito al quartiere, dove verranno coltivati ortaggi e piante aromatiche, nel segno della pace e della fratellanza. E nel ricordo di Enzo Pinto che, dal Cielo, ha certamente sorriso in occasione del taglio del nastro dell'orto a lui ispirato. 

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L'intervista a don Marco Raimondo

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