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"Semi sparsi": il nuovo testo di monsignor Salerno

Monsignor Salerno: "Dio non si stanca mai di accoglierci e perdonarci. Per la misericordia di Dio anche i cuori duri come pietre sono terreno fertile. Gesù, spargendo il seme dappertutto, non intende distinguere né giudicare i diversi terreni. Con Dio nessuno ha l’esclusiva del terreno buono, nessuno può rivendicarne il monopolio"

"Semi sparsi", questo il titolo del nuovo lavoro elaborato da monsignor Mario Salerno, durante l'inverno trascorso nella sua Acerno. "Ho diviso il lavoro in tre parti: la prima raccoglie relazioni di studio, riflessioni teologico/pastorali, incontri di formazione e catechesi con gruppi e comunità,  unitamente ad un collage di predicazioni in diversi esercizi spirituali e momenti  vari di spiritualità - spiega monsignor Salerno - la seconda parte è una raccolta di recensioni e articoli vari  pubblicati su quotidiani, bollettini periodici e riviste, su diverse tematiche; infine  la terza parte è un insieme di post pubblicati su pagine facebook, a partire dal 2013, tramite copia e incolla (con qualche necessaria correzione) e diversi schreenshot di pensieri vari, eventi e fatti pastorali, locali e non".

La riflessione

Avendo come bussola, sin dagli inizi del suo ministero sacerdotale, la parabola del  seminatore (Mt 13, 1-23), monsignor Salerno, ricorda come vi sia sempre, ovunque, un pezzetto di terreno buono dove il seme gettato  produrrà i suoi frutti. "La parabola del seminatore è la prima delle sette che nel vangelo di Matteo  compongono il discorso delle parabole sul Regno di Dio e che descrive i diversi  tipi di terreno sul quale cade il seme gettato a caso dal seminatore. Si tratta di una  grande metafora della predicazione della parola di Dio nel corso della Storia e il  teologo ed esegeta Xavier Léon-Dufour ritiene che la parabola del seminatore sia  il 'compendio' del Vangelo. In essa, poi, è Gesù stesso che si fa catechista,  spiegandola ai suoi discepoli che non riuscivano a comprenderne il senso. - osserva monsignor Salerno - Non possiamo immaginare che Gesù sia uno 'sprovveduto seminatore', che  spreca il seme gettandolo ovunque, a caso. Nel regno di Dio non c’è preclusione  per nessuno. Nessuno è discriminato perché il suo terreno è sassoso o pieno di  spine. Il cristianesimo non è un club esclusivo per eletti e santi, tanto meno una  'setta' per pochi adepti. La salvezza di Dio è universale. La 'buona novella' è per tutti, per i buoni e i cattivi. Allo stesso modo in cui Dio fa piovere sui giusti e sugli  ingiusti. Gesù intende seminare dappertutto, non si lascia guidare da criteri umani  di opportunità ed efficienza. Semmai, contro ogni consuetudine, predilige i terreni  più difficili e impervi, quelli all’apparenza improduttivi e ai margini, che nessuno  prende in considerazione, con grave scandalo dei benpensanti o di chi si ritiene  d’essere, sempre e comunque, un terreno buono.  Dio non si stanca mai di accoglierci e perdonarci. Per la misericordia di Dio  anche i cuori duri come pietre sono terreno fertile. Gesù, spargendo il seme  dappertutto, non intende distinguere né giudicare i diversi terreni. Con Dio  nessuno ha l’esclusiva del terreno buono, nessuno può rivendicarne il monopolio", ha concluso l'autore del testo. Per informazioni su "Semi sparsi", è possibile contattare tramite Facebook monsignor Mario Salerno.

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