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Ancora voglia di vacanze? Ecco perché eco è meglio

Tra chi anche nel turismo ama l'impatto zero prendono sempre più piede gli alberghi diffusi, strutture che puntano sul recupero del patrimonio storico e paesaggistico

Parlare di vacanze a settembre avanzato magari suona un po’ come una beffa, ma può anche essere un buon modo per alleggerire la ripresa lavorativa, vagheggiando futuri periodi di pausa, fosse anche solo della durata di un fine settimana.

La sensibilità ambientale non va in ferie nemmeno quando si è in vacanza e allora può essere utile segnalare delle “eco-mete” per chi abbia già voglia di riprogrammare uno stacco dalla routine. Tra le molte idee che strizzano l’occhio alla sostenibilità, una soluzione che sta prendendo sempre più piede è quella degli alberghi diffusi.

Si tratta di strutture che sfruttano lo spazio in orizzontale e preferiscono riabilitare ciò che già esiste. Invece, cioè, di far crescere i loro edifici in altezza, piano su piano, utilizzano alloggi dislocati su tutto il centro cittadino, valorizzando quanto già c’è al posto di costruire ex novo. Gli edifici di questi alberghi sono generalmente stabili antichi e di pregio ristrutturati e ammobiliati con tutti i comfort e nel pieno rispetto della natura e della loro identità storica. Per cominciare basta un paese più o meno abbandonato ma che abbia in realtà potenzialità storico-ambientali, materia non così rara nel nostro Belpaese.

L’impatto sull’ambiente è così senza dubbio a dir poco ridimensionato, ma i vantaggi non si fermano qui. La filosofia sottesa a questo tipo di sistemazione invita a un approccio differente verso il paesaggio che ci circonda. Suggerisce, per esempio, di cominciare a scoprire la bellezza da quello che abbiamo attorno, spesso a km quasi zero da dove abitiamo. Porta a vivere con più empatia la realtà locale, compresi i rapporti umani con gli abitanti del posto, assaporando davvero il piacere della cosiddetta slow-life, un’esistenza lontana dai forsennati ritmi cittadini e dalle relazioni di massa. E insegna a privilegiare la logica del restauro a quella dell’usa e getta sfrenato, tanto più se l’oggetto in questione è un patrimonio storico o paesaggistico.

Dalla Sicilia alle Alpi, la realtà degli alberghi diffusi si sta sempre più espandendo e sono già 40 le strutture censite dall’Associazione nazionale Alberghi Diffusi. Una di queste è anche in provincia di Salerno, ad Amalfi per l’esattezza. È il San Basilio, un antico convento fondato intorno all’anno Mille, dove, grazie a numerosi interventi di recupero, le celle delle monache prima e dei monaci Cappuccini poi, sono state trasformate in piccoli appartamenti.

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