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Scafati, il gm Guastaferro: «Squadra costruita senza "rischi" per una serie A dura»

La società è fiduciosa di poter utilizzare sin dall'inizio il PalaMangano, e visto il calendario subito in salita sarebbe un fattore emotivo molto importante

Il 16 agosto inizierà il raduno dello Scafati Basket ritornato pochi mesi fa in serie A. Una stagione importante, sicuramente non semplice da neopromossa, ma non per questo non esaltante per la truppa di coach Alessandro Rossi motivato a scendere in campo con il piglio di chi vuole giocare e battere chiunque. Poco interessa il blasone, il palmares o qualsiasi altra cosa. Anche per questo, la società del patron Lello Longobardi ha operato piuttosto in fretta e con sagacia sul mercato, finendo di costruire il roster per la prossima stagione nei primi giorni di agosto. Scandagliando il grande oceano del mercato, la dirigenza gialloblù con a capo il general manager Gino Guastaferro ho operato con il chiaro intento di arrivare ad ingaggiare giocatori esperti, che già hanno calcato i parquet della massima serie italiana. Definiamoli pure usati garantiti. «Da neopromossa è chiaro che siamo stati attenti a non rischiare più di tanto - ha esordito Guastaferro -, dovendo affrontare un campionato di serie A che è molto duro e competititvo. Per questo abbiamo puntato su giocatori che hanno già giocato in Italia o che comunque hanno già esperienza europea».

Nell'analizzare il roster così composto, fanno sicuramente impressione i 213 cm del centro statunitense Trevon Thompson, unico però che non ha mai giocato nel Bel Paese. «Thompson ha una bella stazza ed è quello che cercavamo. Oltre all'usato sicuro abbiamo puntato anche sul fisico e la grandezza perché in serie A - ha continuato il gm - è imprescindibile avere giocatori di stazza ed abbiamo tenuto conto anche di questo aspetto». Tante le cose valutate dalla dirigenza nel scegliere quale giocatore ingaggiare. Pochi sono però i dubbi su Julyan Stone, veterano dell'Nba e che con la Reyer Venezia ha vinto due scudetti ed una Coppa Italia. «Stone è stato assolutamente scelto per l'eseprienza ed in particolare per il ruolo che ricopre. In tutte le sue stagioni giocate a Venezia ha rivestito nel miglior modo i panni e i gradi che noi vogliamo rivesti anche nella nostra squadra». Il colpo di mercato però, potrebbe rispondere al nome di Doron Lamb, cresciuto con le stigmate del predestinato tanto da vestire al college la maglia di Kentucky per poi collezionare 100 presenze in Nba prima di iniziare un lungo viaggio per l'Europa che nella passata stagione l'ha portato in serie A. «Lamb sarà un giocatore chiave. C'è da dire che nell'ultima stagione che ha giocato in parte anche a Pesaro ha avuto numeri davvero notevoli. Cercavamo un realizzatore - ha spiegato il direttore gialloblù - perché in massima serie c'è bisogno anche di giocatori che facciano canestro. E Lamb è uno di quei giocatori che ha sempre viaggiato in doppia cifra abbondante».

Non solo i volti nuovi, come le ali americane Myke Henry e Kruize Pinkins che completano lo starting five di Scafati, ma anche conferme. Come i grandi protagonisti dello scorso campionato di serie A2, Diego Monaldi votato miglior giocatore del torneo, Riccardo Rossato capitano ed alla sua quinta stagione all'ombra del Vesuvio, Iris Ikangi e Rino De Laurentiis. Uno zoccolo duro che «può dare continuità e trasmettere la propria esperienza e conoscenza del territorio ai nuovi compagni. Per questo la panchina conta su quattro elementi riconfermati rispetto alla passata stagione, escluso l'altro innesto italiano di Aristide Landi che andrà a rafforzare il parco lunghi. E' bene ripartire da un nucleo di giocatori che riescano a trasferire quelle che sono le caratteristiche societarie, della dirigenza e dello staff, ma anche ambientali quali la tifoseria e la città. Avere questi giocatori è un fattore che può aiutare nell'economia della squadra». Anche per quel che riguarda il comprendere per i nuovi giocatori i dettami tattici del confermato coach Rossi, aggiungiamo noi.

Ma Scafati ha una grana da risolvere all'orizzonte, ovvero quella sull'utilizzo del PalaMangano non omologato per la serie A. «Per l'impianto si stanno attivando tutte le autorità, con l'amministrazione comunale ed i tecnici. Chiaramente la burocrazia farà perdere un po' di tempo. Siamo comunque fiduciosi che alla fine giocheremo al PalaMangano - ha continuato Guastaferro -, l'unica incognita resta la data, nel senso che non sappiamo se riusciremo per l'inizio del campionato o dovremo giocare qualche gara al PalaBarbuto che abbiamo indicato come sede alternativa». Calendario alla mano, con l'esordio al PalaTaliercio contro Venezia e poi l'impegno casalingo contro i campioni d'Italia dell'Olimpia Milano, avere il proprio campo di gioco potrebbe essere un fattore non da sottovalutare. «Le prime quattro o cinque partite sono tutte difficili. Si tratta di un inizio bello duro, bello tosto, ma come si suol dire prima o poi vanno incontrate tutte, e il fatto di giocare contro le migliori all'inizio - ha concluso il gm gialloblù - ci può dare quella carica positiva ed emotiva forte per affrontare meglio il campionato».

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