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L'inter è forte, Lautaro e Dzeko di più: "manita" nerazzurra, Salernitana sconfitta

L'attaccante nerazzurro è spietato, porta a casa il pallone della partita e colpisce anche la traversa. Il cammino dei granata, già complicato, diventa adesso impresa da titani. Il 12 marzo c'è il Sassuolo allo stadio Arechi. E' una delle ultime chiamate per la squadra di Nicola

Una furia, un califfo, lo stoccatore che non ti perdona: Lautaro Martinez non segnava dalla partita di andata e ritrova vena e stella in un colpo solo, nella notte del "Meazza". Due gol nel primo tempo, poi corona la tripletta e porta a casa il pallone della partita. La Salernitana ha il torto di avergli permesso di battere sempre faccia alla porta, quando diventa micidiale, imprendibile, il Toro. Dopo 57', cala il sipario sul match ed i 6mila, encomiabili, supporter granata decidono che è tempo di alzare i decibel, come a voler mettere il timbro in calce ad un'altra notte di amore folle, vero, senza condizionamenti, senza categoria, senza hall of fame: "Che vinca o che perda, noi siamo sempre qua". La doppietta di Dzeko (secondo gol rivisto al Var e convdalidato) matura alla ripresa e serve solo per le statistiche. Anzi, no: vale il 5-0 dell'Inter ma serve anche a far ulteriormente luce sulle difficoltà di Fazio, che forse andrebbe protetto con un compagno in più. Non è escluso che Nicola vi lavori alla ripresa (difesa a 3) altrimenti bisogna interrogarsi sui singoli interpreti, adesso in difficoltà netta. 

La tattica

Non c'è Bonazzoli dal 1': Davide Nicola, allenatore della Salernitana, resiste alla tentazione (settimana tribolata per l'attaccante, ritornato in città dopo le cure all'Isokinetic) e schiera Mousset. A centrocampo, Ederson e Lassana devono agire in pressione su Brozovic. Verdi, invece, dovrebbe essere la musa ispiratrice di Djuric e il gigante, a propria volta, il rifornimento di sponda per l'ex golden boy del Milan. Sull'altra panca, Simone Inzaghi rinuncia al turnover spinto, nonostante il Milan - derby di Coppa Italia - sia ancora nelle gambe e la sfida di Champions ad Anfield contro il Liverpool già sull'uscio e nella testa. Un solo cambio per i campioni d'Italia in carica: fuori Perisic, neppure in panchina, e Darmian che trasloca a sinistra. Le bocche da fuoco sono Lautaro e Dzeko; difesa di ferro con De Vrij (dunque senza Ranocchia), Skriniar e Bastoni. Ci sono anche trottolino Barella e Calhanoglu maestro d'orchestra. La Salernitana ha una sola strada: aggredire, aggredire, aggredire. Sospinta dal mantra del proprio allenatore, se la gioca petto in fuori e in avvio ci riesce benissimo.

Occasione granata

Al 4' la clamorosa palla gol per i granata: taglio con il contagiri di Mazzocchi e porta spalancata per Djuric, in posizione di mezzo sinistro. Il gigante non ha velocità e riflessi per la battuta a rete, ma poi confeziona una sponda sontuosa per Verdi. E' un rigore in movimento ma il numero 10 dei granata calcia il pallone in curva. La replica dell'Inter è subito velenosa e si concretizza in un bel cambio gioco al 10' per Darmian: cross teso e preciso, Lautaro puntuale all'ìmpatto di testa ma Sepe è al centro della porta, lì dove spiove il pallone. Nuova folata nerazzurra al 18': accelerazione e traversone di Dumfries, Dzeko in spaccata non ci arriva. Poi l'occaasionissima che pareggia i conti con la palla gol divorata da Verdi. Al 19', si illumina la mattonella di Lautaro, smarcato dal lancio millimetrico di Calhanoglu.

La traversa e il gol

E' quasi un testa a testa con Fazio ma "il toro" ha un altro passo e piazza l'accelerazione: tiro di controbalzo e traversa piena, a Sepe battuto. La partita si sblocca al 22': verticalizzazione su Lautaro che scappa via a Dragusin sul filo dell'offside - lo tiene in gioco Mazzocchi - e di giustezza piazza il pallone alla destra di Sepe, con un delizioso diagonale. Mentre Skriniar ferma Verdi con le buone o le cattive e l'arbitro Marinelli continua solo a redarguire (lo farà anche su Darmian che allontana il pallone per ritardare la rimessa in gioco con le mani e su una serie di falli gravi a metà campo commessi dai padroni di casa), la Salernitana è leziosa in uscita a centrocampo e Lautaro come una furia scalda i guanti di Sepe. Sull'asse Darmian-Dumfries al 31' l'Inter confeziona un'altra palla gol ma è bravo Ranieri a chiudere la via del gol, con una provvidenziale diagonale. La squadra di Nicola ha ancora vitalità e scappa in contropiede. Mousset riesce a farlo solo una volta nel primo e mette in moto Verdi sulla destra. Il fantasista, però, assai defilato, cerca un improbabile tunnel su Handanovic, che chiude lo specchio e il primo palo deviando di piede, anziché chiudere il triangolo in area di rigore. Ancora un fuocherello prima dell'onda nerazzurra. Ederson atterrato guadagna un calcio di punizione al 33', che Verdi gestisce male. Poi il macigno sulla partita. E' storia del 40' e in qualche modo l'azione è fotocopia del primo gol. Salernitana in linea troppo generosa in difesa, verticalizzazione precisa di Barella per Lautaro che si infila tra il lento Fazio e il poco reattivo Ranieri nella chiusura in diagonale. 2-0 dell'Inter, ipoteca sul match.

La tripletta e il poker

Cala il sipario al 57', traversone da destra, Lautaro è una furia e la difesa granata ancora una volta tenera. La zampata dell'argentino è puntuale, pallone inchiodato sotto la traversa. Poi Davide Nicola libera dalla panchina due uomini e confeziona due cambi con il sapore di futuro: fuori Mousset e Verdi, dentro Perotti e Zortea. Non basta, l'Inter non è sazia: corre il 64' quando da sinistra arriva un altro traversone rasoterra a difesa schierata. Fazio è spaventosamente lento e arranca su Dzeko, che sotto misura insacca. La Salernitana è alle corde e l'Inter infierisce: 5-0 al 70', ancora con Dzeko. Il Var controlla e convalida. Al 78', Handanovic in tuffo nega la gioia del gol a Djuric.

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