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Tonfo granata a Milano, la voce dei tifosi: "Inter più forte ma Salernitana fuori binario"

Dietro la lavagna è finita la difesa fragile e anche la reazione che nel secondo tempo è implosa, fino a sbracare. Adesso c'è la partita contro il Sassuolo. E' l'ultima chiamata salvezza per la squadra allenata da Davide Nicola

"Bisogna vedere dove finiscano i meriti dell'Inter e dove comincino i demeriti della Salernitana". Il commento di Mario De Rogatis, tifoso granata apre il sipario sulla serata da incubo che ha vissuto la squadra granata allo stadio Meazza. Davide Nicola, allenatore da tre turni alla guida del cavalluccio marino, ripete in sala stampa: "La strada è quella giusta". Si fa fatica ad interiorizzare il messaggio dopo l'effetto lunapark, ogni tiro un orsacchiotto. Anzi, la mira all'Inter ha fatto pure difetto nella seconda parte della ripresa, altrimenti il passivo avrebbe potuto assumere proporzioni mortificanti e anche ingenerose per la Salernitana che - va scritto e ricordato - al 4' ha avuto già il pallone del jolly, prima sui piedi di Djuric e poi sulle zolle di Verdi.

L'analisi

Dietro la lavagna è finita la difesa fragile e anche la reazione che nel secondo tempo è implosa, fino a sbracare. Fazio è parso lento, incerto, sempre in difficoltà nella tenuta della linea, sempre un passo indietro nel duello corpo a corpo con l'altro colosso Dzeko. Lo chiamano il comandante ma non significa che non possa avere un momento di appannamento (per la verità, prolungato) e che non vi sia possibilità di affiancargli un altro difensore centrale (quindi tre in totale e non due) oppure rimpiazzarlo. Radovanovic è stato preso per fare il metodista ma anche come jolly difensivo. Veseli può essere un aiuto per la difesa a tre. C'è anche Gyomber da aggiungere. A centrocampo il mix non è agevoòle: occorrono i muscoli e anche il fosforo, ma soprattutto i muscoli, perché Lautaro si è mosso alla... Pippo Inzaghi, sul filo dell'offiside e sfruttando bene l'incrocio con la difesa della Salernitana, ma Barella ha fatto l'assist man e lo ha fatto sempre senza pressione, con troppa luce davanti a sé, troppo campo. Infine lo stoccatore: Bonazzoli avrà pure i dolori del giovane Werther (citazione di Sabatini riferita in generale all'impossibilità di attendere e coccolare casi personali) ma ha il guizzo e tira in porta. Mousset fa i tagli, forse. Adesso c'è la partita contro il Sassuolo. E' l'ultima chiamata salvezza per la squadra allenata da Davide Nicola.

La voce dei tifosi

Il commento di Mimmo Rinaldi: "Mai avremmo immaginato di vincere a Milano, mai avremmo immaginato di mettere sotto l'Inter ma neanche avremmo mai immaginato una scusuta di questa portata. E siamo stati pure fortunati: ne potevamo beccare tanti ma tanti di più. Dopo 10 minuti la Salernitana ha ripreso il Frecciarossa ed è tornata a Salerno, in campo non è rimasto nessuno. Continuiamo a non tirare o a tirare poco e male, vedi Verdi che il pallone lo ha buttato a Monza. Col Sassuolo bisognerà vincere? Prima di tutto bisognerà tirare; in secondo luogo bisognerà sperare che l'avversario non tiri, perché se tira è gol. Né Belec né Sepe hanno chiuso la saracinesca granata, anzi si va di strafalcioni in strafalcioni con complicità non irrilevante degli altri reparti. Mettiamo una pietra tombale su questa partita e se possibile, andiamo avanti". Paolo Toscano: "Inutile commentare una partita del genere. Per larga parte, mi è sembrato di vedere la Salernitana del girone di andata. È vero che non sono queste le partite da vincere ma è altrettanto vero che il campionato sta volgendo al termine ed occorre fare punti. Come al solito, si sono salvati soltanto i tifosi che hanno dato spettacolo per tutta la partita. Onore a che macina chilometri per assistere a queste umiliazioni". Il commento di Mario De Rogatis: "Continuando così non riusciremo nemmeno ad onorare il campionato fino al termine della stagione. C'è da chiedersi dove finiscono i meriti dell'Inter ed iniziano i nostri demeriti. Oggi serviva personalità, quella che è durata i primi dieci minuti. Ora il timore è ripiombare nella mancanza di autostima dell'era Colantuono. L'errore di Verdi è imperdonabile, il nostro vantaggio avrebbe cambiato l'esito del match, ma ormai la rassegnazione ha preso il sopravvento".

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