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Faccia a faccia con il Milan, Paulo Sousa carica la Salernitana: "Giochiamo da campioni"

Settantamila spettatori, oltre duemila provenienti da Salerno, il Milan carico a molla dopo la qualificazione ai quarti di finale di Champions League e Salernitana pronta a ribattere colpo su colpo in casa dei campioni d'Italia. In questo scenario prende forma la sfida al Diavolo, nel posticipo serale

Settantamila spettatori, oltre duemila provenienti da Salerno, il Milan carico a molla dopo la qualificazione ai quarti di finale di Champions League e Salernitana pronta a ribattere colpo su colpo in casa dei campioni d'Italia. In questo scenario prende forma la sfida al Diavolo, nel posticipo serale di lunedì 13 marzo. Paulo Sousa, allenatore dei granata, deve decidere se dare un partner di ruolo e di peso a Piatek: al fotofinish, il senegalese Dia dovrebbe spuntarla su Bonazzoli, che pure si è allenato con applicazione ed entusiasmo in settimana. Candreva potrebbe ondeggiare tra sottopunta e mezzala offensiva. Poi c'è la tentazione Bohinen (ma dovrebbe toccare a Maggiore) al posto di Crnigoj in mediana, vicino a Lassana Coulibaly. Stefano Pioli, di contro, potrebbe dare un po' di riposo ad alcuni titolari e dare spazio quindi al turnover: Origi (o Ibrahimovic), De Ketelaere e Kjaer con Bennacer dovrebbero essere i volti nuovi del Milan, al posto di Giroud, Brahim Diaz, Tomori e uno tra Tonali e Krunic. 

La presentazione

"Milan e Salernitana sono due realtà completamente diverse. Pioli sta meritando tantissimo, ha più di 100 partite con i suoi giocatori ed io appena tre con i miei nuovi calciatori. Affrontiamo una delle migliori otto squadre in Europa, con individualità importantissime, che possono far vincere sempre. Noi però dobbiamo rispettare la nostra identità. E' stata la migliore settimana da quando sono qui: tutti stanno arrivando al migliore rendimento e alla migliore conoscenza. Affronteremo una partita che è basata sul noi e non sull'io. Sappiamo che il Milan è una squadra basata sulla grande mobilità a sinistra, esterno-interno con Leao e Hernandez. Ha molta intensità anche a centrocampo, abituata a pressare alto, abitiuata ai ritmi alti. Dovremo abituarci. Per la settimana che abbiamo fatto, per come ci stiamo avvicinando alla partita, credo tantissimo che si possa competere a livelli alti, ci credo tantissimo, credo che possiamo mettere in difficoltà il Milan". Dia, Mazzocchi sono giocatori che possono partire dall'inizio? "Abbiamo bisogno di tutta la qualità individuale, messa all'interno della nostra identità. La responsabilità individuale è importante, non solo le caratteristiche dei giocatori. I giocatori di qualità, che sono fondamentali per la nostra squadra, stanno tirando fuori valori. Mi fa molto piacere, perché abbiamo bisogno anche di questa qualità. Dobbiamo sapere quello che dobbiamo fare e qual è la nostra identità in fase difensiva e offensiva, in tutte e due le transizioni. A livello di centrocampo, analizzando quanto è accaduto, la mia idea di calcio non è a difendermi. Quando ho inserito tre centrocampisti a Genova, l'ho fatto per avere più palleggio. Nel corso della partita, ci sono soluzioni per fare modifiche. Oggi devo avere anche equilibrio e un dispendio di energie anche funzionale ai nostri attaccanti". Pensando a San Siro, gli viene in mente che "è un palco da campioni e dobbiamo giocare da campioni. Giocheremo anche per i nostri tifosi. Questo è il nostro grande potenziale e noi dobbiamo giocare per loro, per la nostra gente, per la loro passione, dobbiamo rappresentare i nostri tifosi". La sua idea non si avvicina a quella del Milan "perché - dice Sousa - la mia idea di calcio è molto più posizionale. La mia idea di calcio è basata su tempi e spazi. Se c'è un giocatore che capisce questo, associando anche alla qualità di esecuzione, a quel punto diamo anche più tempo e modo ai compagni di muoversi". 

La duttilità e l'esperienza

Paulo Sousa ha toccato le corde giuste con Candreva, il capitano, il giocatore di maggiore esperienza e qualità. Può fare anche la mezzala all'occorrenza? "Ho parlato con lui proprio di questo. Gli ho detto che come calciatore non c’è età per crescere. Lui è veramente fenomenale senza pallone perché sa leggere gli spazi da occupare, soprattutto centralmente perché sa essere determinante e ha grande qualità. Può farlo sulla linea della trequarti e nella linea più bassa".Il Milan metterà freccia a sinistra. Sulla destra difensiva la Salernitana giocherà con Mazzocchi o Sambia? La risposta di Paulo Sousa: "Junior ha numeri importanti, non lo conoscevo, sta facendo benissimo e ha un bel cambio di passo. Però mentalmente, come concentrazione, deve essere più presente. Gli ho parlato e stiamo parlando di questo. Loro giocano quasi come futsal sulla sinistra. A prescindere da Mazzocchi o da Sambia, se siamo sempre uno contro tre è difficilissimo. Quindi lì, su quella zona di campo abbiamo bisogno di copertura, filtro adeguato". In porta "giocherà Ochoa".

Belli e "anima"

"Bonazzoli e Vilhena sono due giocatori tecnicamente fenomenali, però per dove siamo e dove vogliamo essere non è sufficiente la qualità. Dobbiamo alzare anche l'intensità e metterci insieme alla squadra. La strada è corretta, è giusta per quello che mi hanno fatto vedere questa settimana e sarà giustissima per il prosieguo". Sui riverberi della classifica: "Il risultato degli altri non possiamo controllarlo. Il nostro risultato, il nostro rendimento sì. Abbiamo due parti del nostro cervello: conscio, che è il presente, ma lavoriamo anche sul subconscio, sui comportamenti, sul modo. Non posso pensare agli altri e al risultato degli altri. Devo pensare a me e al mio obiettivo, alla salvezza. Questo è il nostro obiettivo e io sono molto fiducioso di raggiungerlo. Il modulo che avevo nella mia testa, quando sono arrivato, era diverso. Sono cresciuto come calciatore e allenatore con un modulo totalmente diverso, che era 4-3-3. Poi i calciatori nel tempo mi hanno portato a cambiare. Questa è una squadra costruita per una linea a cinque. La mia idea è costruire sempre in superiorità dall'inizio. La crescita di questa squadra per me è averla sempre più corta e portare sempre più giocatori dalle linee più basse in avanti, perché diventano più difficili da marcare". Un passaggio anche sull'astinenza realizzativa di Piatek: "Deve concentrarsi su quello che sa fare. Le punte hanno anche momenti di questo genere. Quelli che ne hanno di meno, sono da altissime squadre. Deve stare tranquillo e vicino alla porta deve essere sempre più egoista. Deve trovare cambiamento: deve diventare il giocatore che prima di calciare in porta deve dire già gol. Questo giocatore l'ho avuto come compagno di squadra al Benfica ed era Vata". 

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