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Salernitana, è il giorno di Sabatini: "Non sono mai retrocesso, mercato in 8 giorni"

Il direttore sportivo si è presentato: "Questa è una grande e ultima sfida ma non è così. Non è l'ultima perché io sono immortale. Abbiamo 8 giorni di tempo per fare il mercato"

E' il giorno di Walter Sabatini, nuovo direttore sportivo della Salernitana. Si presenta con le idee chiare e un orizzonte necessariamente accorciato dalla classifica dei granata e dall'emergenza. Il dirigente srotola lo sciarpone granata. Il presidente Danilo Iervolino è in video conferenza mentre il club comunica in uno stringato bollettino medico la notizia della sopraggiunta positività al Covid per un tesserato, al termine del giro di tamponi. Un altro compagno di squadra, invece, si è negativizzato ed i contagiati al momento in squadra sono sei. Sabatini eredita da Fabiani una squadra senza il terzino destro (Veseli unico giocatore di ruolo, secondo Colantuono) e senza il facitore di gioco. Mancano anche un difensore centrale e il bomber. Tutto e subito, ma non sarà agevole. Il tesoretto, il grimaldello per convincere i giocatori in questo momento a sposare la causa granata sono la vittoria di Verona e le due partite sub iudice, che la Salernitana, attraverso il proprio legale Eduardo Chiacchio, sta provando a trasformare in partite vere, rimettendo il pallone a centrocampo contro Udinese e Venezia. Tutto e subito: Walter Sabatini si è presentato alla stampa, pochi giorni dopo l'annuncio della propria nomina.

Le prime dichiarazioni ufficiali

"La carica umana e il carisma del direttore Sabatini mi hanno conquistato. Sarà il plenipotenziario del settore tecnico. Strategia e visione sono sotto gli occhi di tutti. Lui è il primo campione che abbiamo presentato a Salerno. Confido in lui, siamo stati lungamente al telefono insieme. Affidiamo a lui le nostre speranze. Avanti tutta". Questa l'investitura di Iervolino. Il diesse comincia con un "bentrovati". Parla di accoglienza come "stimolo straordinario, per rendere tangibile una forte attrazione che la squadra sviluppa nei confronti della città. Lo sapevo già ma a volte c'è bisogno di cose plastiche per capire in quale avventura e guaio una persona si va a ficcare. Ho avuto tante avventure ma non penso di stare qui per andare altrove. Avevo velocità e tecnica da calciatore ma avevo un piccolo problema: giocavo al contrario, non capivo il calcio e questo mi ha reso la vita più semplice da dirigente. Una volta feci arrabbiare Niels Liedholm: lo feci giocare in dieci pur di non vedermi più in campo. Il mio mestiere è generare gioia. Ho raccolto tante soddisfazioni e quando ho visto tifosi in festa, ho gioito. So perfettamente che sarà un capitolo sportivo della mia vita molto impegnativo ma non mi sento al capolinea, anzi. Il programma non posso farlo io, deve indicarlo il presidente, che ha dato dimostrazione di saper costruire la fortuna sua e di questo club. Sono davanti ad una grande responsabilità: non voglio retrocedere e non sono mai retrocesso. Mi ucciderebbe la retrocessione e non voglio essere ucciso. Va detto però che l'aritmetica è questa e che la situazione è poco meno che tragica. Ci credo, però, fino all'ultimo tuffo. Voglio salvarmi insieme al club, alla struttura, all'allenatore, ai calciatori. So che mi ridono dietro e che le concorrenti per la salvezza dicono ma che c...o dite, siete già retrocessi. Il presidente è un visionario pragmatico: se si perde in alcune iperboli, dopo pochi secondi richiama tutti all'ordine, ha parlato di istant team. In questo momento non c'entrano niente i programmi. Adesso ci serve una squadra pronta all'uopo. Senza essere irriverente, occorre una squadra usa e getta. Preciso che non sopporteremo e non sopporterò i giocatori alle prese con i problemi psicologici e con i dolori del giovane Werther. Arriveranno i giocatori il prima possibile, non sono certo di farcela per domenica. Mercoledì vedremo con il presidente di chiudere a Roma due-tre giocatori non dico decisivi ma già importanti per affrontare la prossima partita che non è una passeggiata. Non butto via questa squadra, non posso cancellarla da oggi a domani: chi sottoscriverà con noi questo patto fatto non di parole ma non di comportamenti, fa al caso nostro". Le strategie di mercato: "Non ce la faccio ad affrontare una sessione di mercato senza giovani, almeno due o tre, ma saranno solo testa di ponte. Adesso ci serve gente - tre, quattro giocatori - che in campo non hanno parenti, amici, legami sentimentali. Gente che fa la battaglia: questo è quello che ci serve. Quando la Salernitana è venuta a Bologna, ebbi un'impressione forte, di squadra battagliera che avrebbe dato filo da torcere a tutti e anche con qualche buona trama di gioco. Voglio andarmi a rivedere quella partita".

Il rapporto con Colantuono e il ruolo di Simy e Ribéry

"Stava andando a firmare un altro contratto con un'altra squadra. Dissi a Colantuono di non firmare lì, perché gli avrei dato gli stessi soldi a San Benedetto del Tronto. Ha vinto il campionato lì come calciatore e poi ha fatto l'allenatore. Ho affetto nei suoi confronti ma adesso l'affetto non me lo posso pernettere. Vediamo che energia e che motivazioni ci metterà. Vediamo cosa otterrà. Vincere non è soltanto fare la partita striminzita o rubacchiare la partita. Bisogna vedere anche come si sta in mezzo al campo". I singoli: "Simy ha goduto lungamente della mia stima. Ammetto che Simy della Salernitana mi ha deluso ma sono pronto a ricredermi. Vedrò tutti gli allenamenti: è mio vizio e virtù. Simy così com'è non basta e non serve. Ci deve mettere più cattiveria e determinazione, altrimenti non serve più. Tocca a lui: più cattiveria e determinazione". I numeri: "Verranno cinque, sei giocatori. Ma prima devo parlare con la squadra. Parlerò con loro brevemente. Un gruppo non soppporta discorsi oltre i venticinque secondi ma io sono maestro di sintesi e dirò che chi non è votato alla causa, chi non getta il cuore oltre l'ostacolo, non fa al caso nostro. Parlerò ancora con l'allenatore ma l'ho già fatto. Mi ha fatto la sua valutazione su problemi generali e collettivi". Il ruolo di Ribéry: "E' un campione e si comporterà in questo modo. Fisserò un appuntamento con lui, anche domani, perché  ha bisogno di sentire vicino la società". L'allenatore? "De Rossi non può arrivare perché non abilitato a farlo. Non può arrivare. Però non mi parlate di allenatori, se c'è Colantuono con me nello spogliatoio da martedì. Arriveranno anche attaccanti, ma non sto dicendo che esce Djuric. Serve però aria nuova. Arriveranno attaccanti e non voglio gente frustrata. Bonazzoli? Resterà a Salerno se avrà rabbia per restare a Salerno. C'è bisogno di mostrare rabbia. Se non ce ne sarà, non si potrà restare a Salerno".

Il personaggio

"Vado a dormire non prima delle 4, faccio la doccia alle 3,30. Mi addormento quando sta già arrivando un po' di luce. Adesso da quando sono alla Salernitana dormo dopo mezzanotte e vado avanti fino alle 7. Solo gli inquieti sanno quanto è difficile sopravvivere alla tempesta ma non possono farne a meno. Abbiamo 8 giorni per fare il mercato e la quota salvezza storicamente è stata sempre intorno ai 40 punti. Il budget c'è ma il presidente sa bene che se porti i giocatori ed è patrimonio e poi scendi in Serie B il patrimonio si azzera. Non mi ha mai detto non spendiamo i soldi e non mi ha mai detto spendiamo 50 milioni ma io gli avrei detto di no perché non si fa così il calcio, altrimenti ci si procura il precipizio. A questa latitudini - vi assicuro - ci sono competenze. Non avevo mai sentito dire ad un presidente "sinallagma" in conferenza. Sono convinto che nella sua prima assemblea di Lega, scatenerà un tornado sul consesso". Il ricordo di Castori: "Ho detto che vedrò la partita Bologna-Salernitana ma vi dico che la vedrò in compagnia di Colantuono. Ho un grande rapporto con Castori ma difendo fino alla fine i miei allenatori e ci vado anche sul rogo. Il mercato lo faremo anche all'estero, dove sono abituato a lavorare ed accadrà anche per un fatto fiscale. Il calcio al tempo del Covid è terribile e le non presenze allo stadio sono un danno enorme per le società. E' triste non sapere la domenica con chi giocare e se ci saranno nuovi contagiati. Fermerei il campionato, perché mi pare stia prendendo un andamento volto all'irregolarità. Il break di un mese, in attesa che vaccinazioni vadano avanti e misure vengano disposte, lo farei. E lo dico con molto dolore, perché il calcio mi manca molto".

La rifondazione del settore giovanile

"Il settore giovanile non attiene a questa emergenza attuale, ma è una cosa sulla quale mettere mano perché è deprimente non farlo in questo territorio. Oggi è una cosa che non esiste. Considero una vergogna, imbarazzante che una squadra non abbia alle spalle formazioni che possano rifornire la rosa. I ragazzi aggregati? E' un'llusione che non va alimentata ma me lo deve dire Colantuono. Se possono reggere, bene. Se non accade al momento, meglio non insistere". Il portiere: "Prima devo parlare con Belec e capire alcune cose".

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