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Luca Fusco prepara il ritorno in granata: è in pole per allenare la Primavera

Anni di grazia 1997-98 e 1998-99: il ragazzo del parco Padova sbocciava nella Salernitana, faceva esperienza e collezionava presenze insieme a Franceschini. Poi arrivò la carezza di Maldini, sotto la curva Sud e poi divenne il capitano

Luca Fusco è vicinissimo al ritorno nella Salernitana e alla guida tecnica della formazione Primavera. Nella stagione del rilancio, delle basi da gettare nonostante il grande ritardo accumulato (parole del diesse De Sanctis in conferenza stampa di presentazione, ndA), l'ex difensore, capitano, tra le bandiere cittadine di Rossilandia insieme a Ciro De Cesare, è pronto a cucirsi il cavalluccio marino sul petto.

La storia

Anni di grazia 1997-98 e 1998-99: il ragazzo del parco Padova sbocciava nella Salernitana, faceva esperienza e collezionava presenze insieme a Franceschini. "Lo squadrone siamo noi" aveva collezionato vittorie, punti, aveva dato spettacolo: i vecchietti Ciro Ferrara e Cudini furono alternati nell'ultimo spezzone di stagione ai giovani rampanti, tra i quali Fusco. "Sono stato fortunato - ha sempre ricordato Luca - non poteva esserci contesto migliore per far crescere un giovane, senza assilli, senza il peso del risultato da conquistare a tutti i costi o di una bagarre salvezza che avrebbe creato molta tensione, rendendo tutto più difficile e magari frenando il mio approdo in prima squadra". Poi cominciò il calcio dei grandi, poi arrivò il giorno del debutto allo stadio Olimpico di Roma. Un fiume granata al seguito, il gol di Song ma anche la mimica di Fusco e il labiale indimenticabile, rivolto all'arbitro: "Che ho fatto? Perché mi butti fuori?". All'Arechi arrivò il Milan e resta iconica, indimenticabile, anche la carezza di Maldini, sotto la curva Sud: "Lucariello" marcava in modo asfissiante e Paolo la leggenda in una mischia in area, parve dirgli "calma, giovanotto, hai capito chi stai marcando?". Le carezze le ha ricevute, le ha subite: durante Salernitana-Genoa, in una battaglia senza esclusione di colpi e con la qualificazione alla finalissima per la B in palio, Araboni digrignò i denti, a pochi passi dalle panchine, e a qualcun altro, Fusco, "saltò" la caviglia.

La fascia

Il ragazzo cresciuto a pane e Salernitana è diventato anche il capitano, si è preso responsabilità, ha portato croci calcistiche, ha preso il sole e la pioggia, anzi grandine, durante la propria avventura in granata. Ha giocato, però, molto spesso in versioni scintillanti di Salernitana. Quella ad esempio, di Vannucchi, del quale è rimasto grande amico. Ci sono stati periodi bui durante la gestione Lombardi, ma anche rimonte epiche. Poi è cominciato un lungo faticoso, ma altrettanto avvincente percorso da allenatore: l'esperienza a Pagani lo ha formato, forgiato; Casignano è stato negli ultimi tempi buen retiro anche del settore giovanile della Salernitana e probabilmente terreno fertile, nuovo punto di contatto tra Fusco e la Bersagliera. Lo scorso 19 giugno, mentre Stefano Colantuono (a busta paga, 500mila euro scattati in automatico dopo la salvezza in A della Salernitana) valutava la proposta del club per un ruolo di responsabilitànel settore giovanile granata, Luca il capitano-vecchia gloria e l'ad Maurizio Milan si sono conosciuti e hanno cominciato a dialogare. Manca solo il timbro in calce all'accordo: è in pole position per ritornare in sella alla Primavera e nel cuore del settore giovanile.

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