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Coronavirus, la Federcalcio chiede lo stato di crisi al Governo

Il "piatto forte" del documento inviato è l'estensione della cassa integrazione e dei contratti di solidarietà ai lavoratori non sportivi e anche per i calciatori di Serie B e C, fino ad un massimo di 50 mila euro lordi

Il presidente della Fedecalcio, Carlo Gravina, ha inviato una richiesta urgente al ministro dello Sport, Spadafora. Il mondo del calcio chiede al Governo di riconoscere lo stato di crisi per il settore, allo scopo di fronteggiare l'improvvisa assenza di liquidità, in seguito all'emergenza sanitaria e alla sospensione dei campionati per ii coronavirus.

I dettagli

La Figc chiede la proroga delle concessioni d'uso degli impianti sportivi. Chiede anche di sospendere il pagamento dei canoni e di differire le scadenze fiscali, contributive e assicurative. Il "piatto forte" del documento inviato è l'estensione della cassa integrazione e dei contratti di solidarietà ai lavoratori non sportivi e anche per i calciatori di Serie B e C, fino ad un massimo di 50 mila euro lordi.

L'attività agonistica

"Serve una soluzione che salvi i campionati - ha spiegato il presidente della Federcalcio Carlo Gravina, intervistato da Sky - . E' necessario rivedere la scadenza dei contratti, fissando una nuova deadline intorno al 30 luglio. Giocheremo fino a quella data, a patto che si riparta però entro il mese di maggio. Non è facile modificare i format: la Serie A con 22 squadre sarebbe ingestibile. Se non si potesse più scendere in campo, sarebbe comunque salvaguardato il risultato del campo fin qui maturato".

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