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La festa di Castori: la sua Bersagliera è in Serie A

"La mia dedica personale poi è per la mia famiglia, la squadra, tutte le persone che mi sono state vicine, perché il calcio per me è una passione che va condivisa con tutti. E’ una gioia enorme”, dice l'allenatore granata, che è nella storia, insierme ai suoi ragazzi

La partita Pescara-Salernitana è appena finita, la storia è appena scritta. Castori, il condottiero della Bersagliera che se ne va in Serie A, ha festeggiato le 500 panchine regalando a sé ed a Salerno la gioia più grande.

La festa

“Un campionato non si vince se non ci sono sinergia tra squadra, staff tecnico e società. Abbiamo saputo fare un gruppo unito e forte, che si è cementato nelle difficoltà. Sono sempre state una opportunità e non alibi”, dice il tecnico contento per la promozione in massima serie e sommerso di abbracci, quelli del suo gruppo. 


Il protagonista

È la vittoria di Castori. Quando ha cominciato a credere all’impresa? “Quando siamo partiti, subito si è creato con la società un rapporto forte e di fiducia. Non ci siamo fatti condizionare dagli umori che circolavano ad inizio stagione. Dopo la sconfitta di Empoli, ho capito che dovevamo spostare certi equilibri in mezzo al campo. Questa sconfitta e quella di Monza sono state salutari. Abbiamo fatto un girone di ritorno straordinario”. Cosa racconterà ai nipotini? “Non vedo l’ora di riabbracciarli. Loro vedono solo l’inizio delle partite e poi si stancano”. Poi c’è l’assalto festoso dei calciatori in sala stampa, irruzione festosa. “E’ difficile parlare di cose serie oggi – scherza il mister – Il cambiamento tattico ha prodotti benefici sulla prestazione e risultati. Un campionato lungo, difficile, compresso ci ha spinto a dare sempre continuità e rendimento attraverso una struttura tosta, solida”. La colonna sonora della vittoria? “Non c’è ancora, ci penso”, risponde. Poi la dedica a Fulvio De Maio: “E’ una figura storica di Salerno che ci ha lasciato e ci piace dedicare anche a lui questo obiettivo che non ha fatto in tempo a vedere. La mia dedica personale poi è per la mia famiglia, la squadra, tutte le persone che mi sono state vicine, perché il calcio per me è una passione che va condivisa con tutti. E’ una gioia enorme”. 
 

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